I controlli a tappeto nelle panetterie da parte di operatori della Confederazione hanno rivelato una situazione per certi versi sorprendente
BERNA - I verificatori sono entrati in quattrocentotrentanove punti vendita (fra panetterie e stazioni di servizio) a controllare se il peso indicato nell'etichetta di alcuni prodotti corrispondesse davvero a quello reale; e hanno fatto la non desueta scoperta che nell'11% dei casi il peso netto riscontrato era inferiore a quello dichiarato dall'esercente. Tradotto: il cliente pagava la pagnotta - ne sono state controllate novemila - di più di quello che avrebbe dovuto.
Ottantasei lotti di pane non conforme - Coordinati dall’Istituto federale di metrologia (METAS) e dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), gli operatori di vigilanza cantonali hanno passato al setaccio prestinai, panetterie industriali e artigianali controllando 761 lotti: 86 di questi «non erano conformi ai requisiti di legge - si legge in una nota di SECO - il peso medio di questi lotti, ovvero la quantità totale di pagnotte identiche per quanto riguarda classe di peso, varietà e produzione, era inferiore al peso nominale dichiarato».
Le infrazioni più numerose fra le panetterie artigianali - Il numero maggiore di non conformità ha riguardato le panetterie artigianali (il 14,4 %), seguite dalle panetterie industriali (10,4) e dalle stazioni di servizio (5,7%). Durante i controlli è emerso che anche «l'indicazione del prezzo era incompleta o errata nel 36% dei punti vendita».
L'ordine di effettuare la campagna di controllo per verificare il peso netto del pane non preconfezionato in vendita sfusa presso le panetterie artigianali e industriali e gli shop delle stazioni di servizio, era partito a giugno 2021 dalle autorità di vigilanza cantonali e dall’autorità di vigilanza del Principato del Liechtenstein. METAS aveva poi stabilito il numero di controlli per Cantone e per il Principato del Liechtenstein, fornendo indicazioni sulla procedura di controllo.
I controlli anche nelle sale da tè - L'indagine ispettiva si dispiegava anche in un secondo filone commerciale: quello di confetterie e sale da tè. In questo caso per verificare la corretta indicazione dei prezzi. «Nel 16% dei casi «è risultata incompleta o errata» scrive la SECO. Le sale da tè controllate sono state 757.
SECO: «I difetti per mancanza di informazione» - La Seco precisa anche che «in base alla valutazione dei Cantoni, i difetti (indicazione dei prezzi incompleta/errata o mancante) erano spesso dovuti a una mancanza d’informazione, per esempio merci misurabili con indicazione del prezzo unitario mancante o non chiaramente visibile»).
In sei casi è scattata la denuncia penale - Ma rende anche noto che «in sei casi, le autorità di esecuzione hanno presentato denuncia alle autorità di perseguimento penale competenti a livello cantonale». I punti vendita incriminati, infatti, «non avevano infatti provveduto a indicare correttamente i prezzi nemmeno dopo essere stati invitati a colmare, entro un determinato termine, le lacune constatate e aver ricevuto un opuscolo informativo».