Secondo la Commissione sicurezza del Nazionale i Leopard andrebbero prima dismessi per essere rivenduti al produttore Rheinmetall.
BERNA - La Svizzera dovrebbe mettere fuori servizio 25 carri armati 87 Leopard (Leopard 2) affinché possano essere rivenduti al produttore tedesco Rheinmetall. Il diritto elvetico prevede che solo il materiale messo fuori servizio possa essere venduto e la decisione di cessarne l'impiego spetta al Parlamento.
Lo ha stabilito la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N), secondo cui da tale operazione la Svizzera non dovrebbe trarre svantaggi circa la formazione e la riserva di pezzi di ricambio.
Una minoranza della commissione, spiega una nota odierna dei servizi parlamentari, crede invece che questi veicoli non debbano essere messi fuori servizio in modo che possano essere reintegrati in un eventuale futuro caso di necessità, specie dopo l'aggressione della Russia all'Ucraina.
All'inizio di marzo, il presidente della Confederazione, Alain Berset, aveva dichiarato da New York di essere scettico circa la richiesta della Germania di riacquistare i carri armati Leopard 2 dalla Svizzera. La vendita di armi è disciplinata da regole per le quali non sono possibili eccezioni legali, aveva detto il consigliere federale, a causa delle leggi attuali riguardanti l'esportazione di armi.
Berlino, che aveva annunciato il trasferimento dei carri armati Leopard 2 all'Ucraina, vorrebbe invece colmare le lacune nell'artiglieria della Bundeswehr riacquistando alcuni carri armati dalla Svizzera. Stando alle dichiarazioni di un portavoce del ministero della difesa tedesco, si sarebbe potuto escludere contrattualmente che i carri armati provenienti dalla Svizzera venissero poi ceduti all'Ucraina. Una richiesta simile è pervenuta anche dalla Repubblica Ceca. Il Consiglio federale ha già respinto le richieste di riesportazione di munizioni per carri armati da Germania, Spagna e Danimarca.
La Confederazione dispone di 230 carri armati Leopard 2, di cui 134 in servizio. I restanti 96 sono dismessi, ma ciò non significa che siano stati messi fuori servizio, aveva spiegato dal canto suo la consigliera federale Viola Amherd, capo del Dipartimento federale della difesa. Il diritto svizzero prevede che solo il materiale messo fuori servizio possa essere venduto e la decisione di cessarne l'impiego spetta al Parlamento.
Sempre in tema di difesa, la CPS-N ha poi approvato il messaggio sull’esercito 2023 contenente crediti d’impegno per circa 1,9 miliardi di franchi, nel quale è illustrato il programma d’armamento e il programma degli immobili nonché l’acquisto di materiale per l’esercito. La CPS-N proporrà al plenum di aumentare il limite di spesa dell’esercito da 21,1 a 21,7 miliardi per gli anni 2021-2024.
Secondo la commissione, la situazione della sicurezza in Europa si è ulteriormente degradata a causa dell’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina. Per questo sono di centrale importanza gli investimenti proposti nel messaggio sull’esercito.