I politici svizzeri temono che la nuova superbanca sfrutti un sotterfugio per pagare meno tasse, e vogliono impedirlo
BERNA - La Confederazione e la Banca nazionale hanno assicurato l'acquisizione del Credit Suisse da parte di UBS con oltre 200 miliardi di franchi. Le reazioni sono state innumerevoli, con il Parlamento che si è persino rifiutato di approvare l'acquisizione in una sessione straordinaria - un gesto simbolicamente forte contro il Governo.
Sono molti i dubbi e le incognite relative ai prossimi passi, a come andrà in porto l'acquisizione e quali saranno le conseguenze. Naturalmente, tutti sperano che la banca si riprenda rapidamente e generi entrate fiscali per il Paese.
Ma è proprio questo il punto che preoccupa alcuni parlamentari. L'attenzione si concentra sui cosiddetti riporti delle perdite. «Già durante l'ultima crisi del 2008 abbiamo sostenuto UBS con miliardi. Poi, negli anni successivi, non ha pagato tasse o ne ha pagate pochissime», afferma la Consigliera nazionale dei Verdi Katharina Prelicz-Huber.
I banchieri hanno «compensato le perdite precedenti con gli utili e allo stesso tempo hanno pagato bonus milionari». Questa è «una vergogna» e «non deve ripetersi» afferma la politica. «Temo che però sia esattamente quello che UBS vuole riprovare. Questo mi fa rizzare i capelli».
UBS: «No comment»
L'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) non fa commenti su «singoli contribuenti», visto il segreto fiscale. Tuttavia, una portavoce conferma che «le perdite possono essere compensate con gli utili futuri durante un periodo di al massimo 7 anni».
Secondo l'AFC, questo regolamento si applica a tutte le persone giuridiche, «indipendentemente dal loro settore di attività». In parole povere: a seconda delle perdite di CS, UBS potrebbe non dover pagare quasi nessuna imposta per anni. Contattata, UBS si limita a dire: «Non rilasciamo commenti in merito».
Prelicz-Huber ha presentato una mozione sull'argomento a nome dell'intero gruppo parlamentare. In essa chiede modifiche della Legge in modo che le società che hanno ricevuto assistenza statale dalla Confederazione o dai Cantoni - per evitare il fallimento, la liquidazione o un'altra forma di scioglimento della società - siano escluse dalla possibilità di compensare le perdite riportate a fini fiscali. Durante il periodo di sostegno statale, va poi escluso il pagamento di bonus e dividendi.
Per Prelicz-Huber, «lo strumento del riporto delle perdite è stato introdotto principalmente per aiutare le piccole imprese in momenti critici o per stabilizzarle. Non certo per le aziende che dichiarano perdite riportate e allo stesso tempo pagano bonus e dividendi per miliardi di franchi».
L'insolita alleanza
Mentre è probabile che la sinistra voti all'unanimità per un tale adeguamento, i Verdi contano anche sul sostegno dell'UDC. «La mia speranza è che siano d'accordo dopo tutti i discorsi fatti in parlamento».
In effetti, la destra è all'ascolto. Lars Guggisberg dell'UDC afferma: «Non posso immaginare che l'idea alla base della legge fosse quella di introdurre il riporto delle perdite nel caso di un salvataggio miliardario di una grande banca».
Guggisberg promette: «Sicuramente discuteremo l'idea in dettaglio nel gruppo parlamentare, ma a prima vista ho simpatia per la causa». La nuova inaspettata “alleanza” tra destra e sinistra sulla questione bancaria potrebbe quindi proseguire.