Le compagnie potranno utilizzare i dati degli assicurati per fornire consulenza medica? È l’idea (che fa discutere) nata in seno alla CSSS.
BERNA - «Questa è la sua assicurazione sanitaria. In base ai nostri dati abbiamo stabilito che lei sta assumendo troppi farmaci. Inoltre, alcuni dei medicinali non sono compatibili tra loro. Lei sta quindi danneggiando la sua salute». Parola più, parola meno, potrebbe essere la telefonata che, in futuro, si riceverà dalla propria cassa malati. A patto che, come riporta il Tages Anzeiger, l’idea nata in seno alla Commissione della sicurezza sociale e della sanità (CSSS) del Consiglio nazionale si realizzi.
In settimana, sul tavolo della CSSS c’era l’annoso tema dell’aumento dei costi della salute che, come effetto diretto, porta a un incremento dei premi assicurativi sanitari. Il pacchetto di contenimento delle spese proposto dal ministro della Salute Alain Berset è stato accantonato: no, quindi, alla costruzione di reti fra professioni sanitarie in grado di abbattere i costi.
Per la maggioranza borghese la strada potrebbe essere un’altra. In Commissione si è proposto che, in futuro, le casse malati possano utilizzare in maniera più attiva e sostanziosa il proprio tesoretto di dati. Come? Per esempio, «informando i singoli assicurati sui possibili risparmi e sui modelli di assistenza più adeguati».
«Nell'interesse dei pazienti»
«Le assicurazioni sanitarie dispongono di molti dati - afferma Andri Silberschmidt, membro del Consiglio nazionale del PLR - è logico che possano quindi utilizzarli nell'interesse dei pazienti in un modo migliore rispetto a quanto si fa oggi». Per esempio, attraverso la consulenza individuale.
La consigliera nazionale del PS Flavia Wasserfallen, invece, è critica. «Le compagnie non sono istituzioni mediche - afferma - Inoltre, grazie ai dati, potrebbero ottimizzare la loro attività con altre assicurazioni complementari. Le reti, al contrario, avrebbero alleggerito i medici, aumentando l’efficienza e la qualità del sistema».