I cittadini svizzeri (in particolare gli uomini) non ne vogliono sapere, e sono contrari alla promozione della diversità sul luogo di lavoro
BERNA - Dal 1° gennaio 2022, in Svizzera è possibile cambiare il proprio nome e il proprio sesso nei documenti ufficiali. E c'è chi propone che Berna introduca un terzo genere, sulla falsariga di quanto fatto dalla Germania.
Mentre i cittadini elvetici sono spaccati per quanto riguarda la prima opzione (il 48% la considera un'innovazione positiva, il 48% invece no), l'introduzione di un terzo genere non piace affatto: è infatti respinta dal 62% degli svizzeri. È quanto emerge dalla seconda parte del sondaggio di Tamedia e 20 Minuti su lingua, genere e cultura del dibattito in Svizzera.
Per entrambe le questioni (cambio di sesso e terzo genere), sono in particolare gli uomini a essere meno favorevoli (rispettivamente il 56% e il 71%). Inoltre, ci sono differenze nette anche in base alle simpatie partitiche o alla religiosità: la maggioranza di coloro che si definiscono religiosi sono critici nei confronti di quest'innovazione (65%), mentre ciò vale solo per il 43% di coloro che si definiscono non religiosi.
Diversità nelle aziende
Anche gli sforzi messi in atto dalle imprese svizzere per promuovere una forza lavoro il più eterogenea possibile (età, genere, origine, etnia, LGBTQI, ecc...), ad esempio con l'aiuto di veri e propri “responsabili della diversità”, sono visti piuttosto negativamente dai cittadini svizzeri. Solo poco meno di un quarto delle oltre 30mila persone interpellate li vede come positivi.
Nell'ambito della promozione della parità di genere nel mercato del lavoro, dare la preferenza - a parità di qualifiche - a un candidato donna rispetto a un candidato uomo non piace alla maggior parte degli svizzeri (63%). Un trend guidato in primis dagli uomini (73%), mentre le donne si trovano divise (50%).
Per la questione delle cosiddette “quote rosa” per promuovere la parità, l'approvazione varia a seconda delle simpatie di partito (PS e Verdi sono più a favore, rispetto agli altri partiti). D'altra parte tutti quanti, anche esponenti di PS e Verdi, giudicano sbagliato non prendere nemmeno in considerazione le candidature degli uomini quando si cerca un nuovo profilo per una posizione dirigenziale.
Il dibattito è sano?
Per quanto concerne lo stato di salute della cultura svizzera del dibattito, la maggioranza delle persone si sente libera di esprimere la propria opinione su questioni politiche in qualsiasi momento. Un dato che diminuisce solo tra i simpatizzanti dell'UDC.
Alla domanda su quali minoranze non siano ascoltate a sufficienza o siano addirittura soppresse a livello di opinione pubblica, la maggior parte degli svizzeri ha inquadrato soprattutto le persone con disabilità e gli artigiani, sebbene vi siano chiare differenze tra partiti politici. Ad esempio, il 38% dei sostenitori del PS cita i beneficiari dell'assistenza sociale, mentre per i sostenitori dell'UDC viene spesso citata la popolazione rurale svizzera (53%).
Libri censurati e statue abbattute
Diverse opere letterarie - a partire dai libri per bambini Pippi Calzelunghe o Jim Bottone - sono state recentemente accusate di razzismo, e c'è chi ha chiesto di censurare o riscriverle. Come vanno trattate queste opere? Secondo gli uomini, non bisogna fare nulla e continuare a tramandarle così come sono. Le donne sono più indecise: il 41% afferma che le opere dovrebbero essere tramandate in forma originale, ma abbinate a una classificazione storico-critica.
Una simile divisione si ritrova anche per quanto riguarda le sculture. C’è chi sostiene che anche monumenti storici come la statua di Alfred Escher (1819-1882), la cui famiglia possedeva una piantagione di caffè con schiavi, vadano rimossi. In generale, solo il 7% degli svizzeri è d'accordo. Gli uomini hanno dichiarato a larga maggioranza di non vedere problemi in questi movimenti, mentre le donne sono leggermente più propense a chiedere che il contesto storico sia presentato in modo più chiaro.
Il sondaggio
Sono 30’754 le persone da tutta la Svizzera che dal 28 al 29 marzo 2023 hanno partecipato online al rilevamento di 20 Minuti e Tamedia su lingua, genere e cultura del dibattito in Svizzera. Il sondaggio è stato condotto in collaborazione con LeeWas. LeeWas modella i dati del sondaggio in base a variabili demografiche, geografiche e politiche. L'intervallo di errore è di 1,0 punti percentuali.