Inoltre, non è prevista nessuna penale contrattuale.
BERNA - Riavvolgiamo il nastro. Lo scorso 15 settembre, anche il Nazionale, dopo il Consiglio degli Stati, aveva dato l'ok all'acquisto dei nuovi caccia da combattimento: 36 jet F-35 per la cifra di 6,035 miliardi di franchi. Nonostante l'iniziativa dei contrari all'acquisto (“Stop F-35”, depositata ad agosto 2022), il Consiglio Federale aveva sottolineato l'impossibilità per l'andata alle urne prima della chiusura del termine del contratto d'acquisto.
Di solito, le aziende produttrici di attrezzature destinate al comparto militare e alla difesa devono pagare una penale in caso di ritardi nella consegna. Era già successo con l’acquisto dei mortai Cobra da Ruag: all'epoca, l'azienda svizzera di difesa dovette versare 726’000 franchi alla Confederazione.
La situazione, però, sarebbe diversa per gli F-35. Infatti, come scoperto dai giornali del gruppo Tamedia e come confermato dall’Ufficio federale dell’armamento, «il contratto di acquisto per gli F-35 è un accordo tra il governo elvetico e quello americano. Come di consueto queste intese non prevedono alcuna penale». Sono presenti dei generici «meccanismi contrattuali» che entrerebbero in gioco in caso di mancato adempimento. Ma nessuno sa se sono previsti dei risarcimenti.
C’è, però, un ulteriore rovescio della medaglia: in caso non venissero rispettati i tempi, la Svizzera potrebbe essere costretta ad affrontare costi aggiuntivi milionari poiché sarebbe “costretta” a utilizzare i vecchi aerei F/A-18: per gestirli, il DDPS stimava un costo fra gli 800 milioni e gli 1,75 miliardi di franchi. E Lockheed Martin, il produttore dell'F-35, ha già collezionato diversi ritardi nelle consegne ad altri paesi.