È quanto propone una mozione della Commissione della politica estera del Nazionale.
BERNA - Le spie russe o di altri Paesi che non possono essere perseguite penalmente vanno allontanate sistematicamente dal territorio della Confederazione. È quanto propone una mozione della Commissione della politica estera del Nazionale (CPE-N) approvata per 11 voti a 9 (e un'astensione).
Secondo la maggioranza, indica una nota odierna dei servizi parlamentari, i servizi informativi vietati mettono in pericolo non soltanto le informazioni e i segreti potenzialmente degni di protezione del nostro Paese, dei cittadini o delle imprese, ma anche la libertà di espressione e di riunione di alcune comunità e danneggiano la reputazione della Svizzera quale Stato ospitante sicuro.
Una minoranza ha sostenuto invece la prassi del Consiglio federale che esercita una certa moderazione riguardo a eventuali espulsioni o condanne di dipendenti di servizi segreti stranieri, fintanto che l'attività di spionaggio non mette a repentaglio la nostra sicurezza interna.
Sempre nel corso della riunione, la CPE-N ha respinto con 13 voti a 10 e un'astensione una proposta che chiede l'adesione della Svizzera alla "Russian Elites, Proxies and Oligarchs Task Force" del G7. La maggioranza crede che la cooperazione con la Task Force destinata a rintracciare gli averi degli oligarchi russi o altre persone vicine al regime di Putin funzioni in modo soddisfacente sotto il profilo tecnico e che un'adesione non comporterebbe alcun valore aggiunto.