Il Tribunale federale ha ordinato alle autorità di far vaccinare due bambini contro il morbillo, nonostante l’opposizione della madre.
SISSACH - Ha tempo fino al 15 settembre, altrimenti interverranno “con la forza” le autorità del Cantone. È la decisione del Tribunale federale nei confronti di una madre: la donna, nonostante la sua forte opposizione, dovrà far vaccinare contro il morbillo i propri figli di 8 e 10 anni.
Il motivo è da ricercare nel conflitto con l’ex marito, da cui ha divorziato nel 2016. Da una parte l’uomo voleva che i figli si sottoponessero alla somministrazione del siero. Di tutt’altro avviso, invece la donna. Il caso, quindi, è approdato davanti al TF.
La notizia è riportata dai media di lingua tedesca. Come accaduto negli ultimi anni, la corte ha respinto le argomentazioni della signora, convinta “no vax”.
In caso di contrasto fra i genitori, i giudici hanno deciso per l’applicazione delle raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica, nonostante in Svizzera non sia obbligatoria nessuna vaccinazione.
Alla medesima conclusione erano giunti anche i precedenti gradi di giudizio. La madre, però, irremovibile, si è sempre opposta. Non solo, a suo avviso, i bambini sarebbero stati in grado di decidere da soli se ricevere o meno l’iniezione. Per l'Autorità di protezione dei minori e degli adulti di Basilea, però, «è inaccettabile delegare la responsabilità genitoriale ai bambini» e metterli in una posizione in cui sono loro a disobbedire ai tribunali. Di fronte ai ripetuti rifiuti della donna, le autorità stanno valutando l'uso della forza.
La decisione ha portato ad alcune proteste. Un deputato dei Verdi si è rivolto al Consiglio di Stato, mentre su Telegram alcune persone hanno organizzato una veglia a sostegno della madre.
Un cambiamento nella prassi
Il Tribunale federale è stato chiamato in numerose occasioni a pronunciarsi su casi in cui i genitori non erano d'accordo sull'opportunità di vaccinare i propri figli. Nel 2020 ha emesso una sentenza di principio secondo cui la bilancia pendeva a favore della vaccinazione, mentre in precedenza i genitori non potevano essere costretti a praticare l'iniezione ai propri figli contro la loro volontà. Nel 2022, una donna di Argovia ha perso la causa davanti al Tribunale federale ed è stata minacciata di una pesante multa se non avesse somministrato al figlio le consuete iniezioni contro le malattie infantili.