L'ASI: «Il Consiglio federale abbandona gli inquilini a se stessi».
BERNA - Arriva la presa di posizione da parte dell'Associazione svizzera inquilini (ASI) in merito alle misure presentate dal Consiglio federale volte a contenere ulteriori aumenti. Il 1° dicembre avverrà l'aumento del tasso di riferimento e «molte famiglie di inquilini subiranno un secondo aumento della di pigione, in un momento in cui sono già schiacciate dal peso di pigioni abusive», scrive l'associazione in una nota stampa diffusa. Giovedì il Consiglio federale ha presentato misure volte a contenere ulteriori aumenti, ma «dal punto di vista dell’ASI, non c’è dubbio che queste misure siano inadeguate e che giungano troppo tardi».
«ll forte aumento delle pigioni è inaccettabile» agli occhi dell’ASI, «soprattutto dato anche che gli alti costi di riscaldamento ed elettricità già pesano sul portafogli degli inquilini. È per questo motivo che, a inizio settimana, l’ASI aveva già chiesto al Consiglio federale di agire urgentemente».
«Le proposte del Consiglio federale per frenare l’attuale esplosione delle pigioni sono totalmente inefficaci. Se dovessero essere effettivamente attuate, queste proposte avrebbero solo un effetto molto marginale e giungerebbero troppo tardi, senza alcun effetto sui prossimi aumenti di pigione», critica Carlo Sommaruga, presidente dell’ASI Svizzera. «In realtà, il Consiglio federale abbandona gli inquilini a se stessi».
Invocano quindi misure di protezione efficaci che possano aiutare gli inquilini. «Chiediamo al Consiglio federale di sospendere immediatamente e temporaneamente la ripercussione dell’aumento del tasso d’interesse di riferimento e di presentare delle proposte volte a evitare aumenti di pigione abusivi», aggiunge Carlo Sommaruga. «Queste misure permetterebbero di stabilizzare le pigioni e l’inflazione, e contribuirebbero a ridurre la pressione sugli inquilini in Svizzera».
Non sono d'accordo nemmeno i proprietari
Le misure previste dal Consiglio federale per contenere il rincaro degli affitti non trovano alcuna grazia nemmeno tra i proprietari. Per loro significa andare solo verso un inasprimento e una maggiore complicazione del diritto di locazione, per i secondi i provvedimenti sono assolutamente inefficaci.
«Ulteriori interventi nel diritto di locazione non risolveranno il problema dell'aumento dei costi e della scarsa disponibilità di alloggi», scrive in un comunicato l'Associazione dei proprietari fondiari (APF-HEV), che cita ad esempio i «nuovi e complicati requisiti relativi alla prova dell'aumento dei costi di manutenzione e gestione dell'immobile». Per l'APF-HEV, questa misura comporterebbe spese amministrative nonché un maggiore onere per le autorità arbitrali e i tribunali, con procedure di prova e revisioni complicate.