Era stato confiscato nell'ambito di un procedimento penale nel Canton Ginevra.
BERNA - Martedì a Berna le autorità svizzere hanno restituito a quelle libiche un reperto archeologico proveniente dalla regione della Cirenaica che era stato confiscato nell'ambito di un procedimento penale nel Canton Ginevra. L'iniziativa avviene nel rispetto della Legge sul trasferimento dei beni culturali (LTBC), che traduce nel diritto elvetico una convenzione internazionale.
La cerimonia si è svolta all'ambasciata del paese nordafricano. La direttrice dell'Ufficio federale della cultura (UFC) Carine Bachmann ha consegnato ai diplomatici libici una testa marmorea di una giovane donna. La scultura, alta 19 centimetri, risale al periodo compreso tra il primo secolo a. C. e il pèrimo secolo d. C. e proviene molto probabilmente dal sito archeologico dell'antica città di Cirene.
È stata rinvenuta nel 2013 nell'ambito di un controllo in un deposito doganale a Ginevra. A seguito di una denuncia della dogana, nel 2016 il Ministero pubblico cantonale ha avviato un procedimento penale che ha portato alla confisca dell'oggetto. Vi era infatti un sospetto fondato che questo provenisse da uno scavo illegale.
Importare in Svizzera o conservare in un deposito doganale beni culturali rubati o saccheggiati costituisce una violazione della LTBC, in vigore dal 2005. Nel corso del procedimento penale non è stato possibile chiarire dove sia stato trovato esattamente l'oggetto e come sia arrivato in Svizzera, ricorda l'UFC in una nota odierna.