I dipendenti raccontano le condizioni d'impiego del centro logistico del canton Soletta.
NEUENDORF (SO) - Sono 41 i capi di abbigliamento che ogni dipendente deve controllare in un’ora. Se non lo fa, viene minacciato. Succede tutti i giorni a Neuendorf, nel centro Ceva Logistics dove si “elaborano” i resi gratuiti di Zalando.
L’ambiente di lavoro, come testimoniano due dipendenti, è costellato da regole severe, controllo, isolamento gli uni verso gli altri e salari bassi.«Diverse persone piangono per via della pressione cui siamo sottoposti - dice Marianne* - io non parlo tedesco e non ho alternative a questo impiego: ogni giorno mi chiedo se sarò cacciata».
Lara* dice di non aver mai visto nulla di simile: «C’è un controllore che scandisce i tempi e “garantisce” l’ordine. Non è consentito parlare con qualcuno o sedersi. Per otto ore».
Lo stipendio non consente loro di vivere in maniera adeguata: con un impiego al 100% e una settimana di 42,5 ore di lavoro, la retribuzione mensile è di 3’468 franchi. Una paga definita da Unia troppo bassa rispetto al resto del settore. E, a questo proposito, alla fine di novembre ha mandato una richiesta di miglioramento delle condizioni. A settembre, in 170 hanno protestato fuori dall’azienda.
«Non biasimo chi compra su Zalando - aggiunge Marianne - ma paghiamo noi, col nostro lavoro, ogni reso gratuito». A questo proposito, sulla situazione del centro solettese la società tedesca di commercio elettronico ha risposto che sta seguendo gli sviluppi della vicenda. «Per noi è della massima importanza offrire a tutti i dipendenti condizioni di lavoro buone e soprattutto sicure».
Ceva Logistics, invece, conferma la richiesta di determinate performance per i dipendenti, ma nega che ci sia un controllo delle linee o un divieto di parola. «Dal 1 gennaio 2024 - continua l’azienda - entrerà in vigore un aumento salariale, che comprende una tredicesima mensilità e un giorno di ferie in più».
Roger Rudolph, esperto di Diritto del lavoro dell’università di Zurigo, precisa come l'azienda debba rispettare la personalità del dipendente. «E questo - conclude - comprende anche la possibilità per le persone di chiacchierare durante l’orario di lavoro, nella misura in cui ciò sia socialmente accettabile».
*nomi di fantasia