Una direttiva impone che il cioccolato sia prodotto con cacao proveniente da zone non deforestate
ZURIGO - Uova di Pasqua e coniglietti al cioccolato: dal prossimo anno, se la Svizzera non si adeguerà a una direttiva dell'Unione Europea, le aziende elvetiche potrebbero venderne molto meno. Questo perché a partire dalla fine di questo anno, in Europa entra in vigore una direttiva comunitaria secondo la quale i Paesi della UE potranno acquistare all'estero solo cioccolato prodotto con cacao il cui arbusto provenga da zone dove non sia stata attuata una deforestazione. A rilanciare la questione è stato il Tages-Anzeiger.
Come è noto, grandi aree boschive vengono disboscate per produrre cacao, caffè, manzo, olio di palma, legno, soia e gomma: la UE ha deciso di dire basta allo sfruttamento dei grandi polmoni verdi del pianeta e così ha emanato un provvedimento che obbligherà le aziende UE a comprare solo quei prodotti le cui materie prime non si trovino in quelle aree oggetto di deforestazione.
Una questione che preoccupa non poco le aziende cioccolatiere elvetiche perché il Consiglio federale starebbe valutando come adattare la legge svizzera e il "ministro" dell'ambiente Albert Rösti avrebbe presentato una proposta che sarà discussa domani (mercoledì 14 febbraio) che potrebbe solo in parte andare nella direzione voluta dalla UE: il che potrebbe non bastare e penalizzare l'export delle compagnie svizzere.
I timori di un'adozione parziale della direttiva UE hanno messo in allarme il WWF (da sempre preoccupato della deforestazione in atto in alcuni angoli del pianeta) e la Nestlé (le cui preoccupazioni, ovviamente anche e soprattutto di natura commerciale, si sommano a quelle dell'associazione ambientalista). Le due entità, involontariamente, uniscono le forze e ognuna mossa dalle proprie istanze premono sul Consiglio federale affinché non faccia "scherzi" e si adegui ai regolamenti UE.
La nuova regola - ricorda il Tages-Anzeiger - «si applicherà alle grandi aziende dell'UE a partire dalla fine dell'anno e alle PMI dalla metà del prossimo anno. Se la Svizzera non si adeguerà, le esportazioni verso l'UE potrebbero diventare molto più difficili».
Diversi i parlamentari che già dalla scorsa estate hanno chiesto al Governo cosa intende fare in materia, come nel caso della deputata del PLR al Consiglio degli Stati Petra Gössi. Dal Consiglio federale era arrivata una risposta che sostanzialmente rimandava a un approfondimento della questione. Approfondimento che dovrebbe concludersi proprio domani, quando dalla stanza dove siedono i sette "ministri" dovrebbe arrivare una risposta definitiva.
Intanto, Nestlé e il WWF hanno anche commissionato un parere legale congiunto, da cui è emerso chiaramente - scrive il Tages che al rapporto ha avuto accesso - «che un'attuazione inadeguata del regolamento UE renderebbe molto più difficile l'esportazione del cioccolato svizzero e di altri prodotti interessati verso l'UE e - se ci fosse ancora una domanda - aumenterebbe notevolmente i costi».
Insomma, il regolamento UE parla chiaro: le foreste non devono essere abbattute per seminarci le piante di cacao. E le aziende svizzere saranno obbligate a fornire ai loro clienti UE tutte le informazioni che garantiscano il rispetto della direttiva: ad esempio, dovranno utilizzare la geolocalizzazione per dare prova che le fave di cacao con cui è stato prodotto il loro cioccolato non arrivi da una zona dove vi sia stata, dopo il 2020, una deforestazione.