Il settore delle telecomunicazioni lo ha respinto ritenendo le proposte «non realizzabili nella pratica»
BERNA - La rete di telefonia mobile dovrebbe funzionare anche in caso di blackout. La Confederazione vuole obbligare gli operatori a dotarsi di una alimentazione elettrica di riserva, che potrebbe costare 150 milioni all'anno. Questi piani hanno incontrato una forte opposizione da parte del settore.
Secondo la procedura di consultazione, che si conclude oggi, il Consiglio federale vuole imporre a Swisscom, Sunrise e Salt di installare un'alimentazione di riserva per garantire le comunicazioni mobili in caso di interruzioni di corrente fino a 72 ore o 14 giorni consecutivi. A titolo di paragone, alcuni siti di telefonia mobile possono funzionare fino a un'ora senza elettricità.
La Confederazione sostiene che una panne della rete di telefonia mobile comporterebbe in alcuni casi danni enormi, stimati in oltre 16 miliardi di franchi. Le chiamate di emergenza verrebbero interrotte, ci sarebbero più morti e feriti, oltre a problemi di sicurezza, e alcune aziende non sarebbero più in grado di operare correttamente.
La modifica prevista dal Governo prevede la dotazione di batterie e generatori per i tre operatori in circa 9'500 località. I costi di investimento e di esercizio sono stimati in circa 150 milioni di franchi all'anno.
Questi costi potrebbero essere trasferiti ai consumatori. Lo scenario prevede un aumento dei prezzi di 1,50 franchi per abbonamento al mese. Il piano prevede anche che le società di telecomunicazioni possano limitare la trasmissione di servizi video su Internet in caso di emergenza, per alleviare la congestione della rete.
Il settore delle telecomunicazioni dice di no - Il settore delle telecomunicazioni, che è il principale interessato, ha respinto il progetto governativo. Queste proposte «non sono realizzabili nella pratica», scrive l'Associazione svizzera delle telecomunicazioni (Asut). A suo avviso, non è possibile creare una propria rete elettrica.
Inoltre, si tratterebbe di una «soluzione di lusso». La Confederazione non vuole accontentarsi di SMS o di brevi telefonate in caso di emergenza, ma vuole anche consentire l'accesso a Internet.
L'Asut critica anche il fatto che alcune delle misure proposte non abbiano alcuna base legale. Propone una tavola rotonda con tutte le parti interessate per discutere del rafforzamento delle infrastrutture critiche.
Troppo costoso e insostenibile - Swisscom, da parte sua, ritiene che le misure richieste dal Consiglio federale siano «sovradimensionate, tecnicamente realizzabili solo a determinate condizioni, troppo costose e non sostenibili in considerazione dell'utilizzo di generatori diesel». Il principale operatore svizzero sta attualmente pianificando di migliorare l'autonomia elettrica delle sue strutture fino a quattro ore, utilizzando la più recente tecnologia delle batterie.
Anche il resto del mondo economico non è d'accordo con il piano governativo. Per Economiesuisse, le aziende sono interessate a una fornitura sicura di telecomunicazioni, ma la produzione di energia in caso di emergenza non può essere compito degli operatori telecom. Secondo la federazione svizzera delle imprese, non c'è stato un dialogo sufficiente con le parti interessate.
Cantoni favorevoli - L'unico sostegno al Consiglio federale è arrivato dai Cantoni. Dal punto di vista della gestione delle crisi e della protezione della popolazione, essi accolgono con favore gli sforzi previsti per rafforzare i servizi di telecomunicazione.
Alcuni Cantoni hanno inoltre chiesto dei complementi. Ad esempio, l'accesso della popolazione ai principali portali di informazione svizzeri attraverso la telefonia mobile deve essere garantito anche in caso di blackout.