Sempre più strutture sono in perdita: «E i nostri reparti di emergenza sono sovraccarichi».
ZURIGO / BERNA - Aumentano i ricoveri e, allo stesso tempo, crescono i problemi economici. Dopo la pandemia, gli ospedali pediatrici svizzeri sono sempre più in crisi. Pone l’accento sulla questione il Tages-Anzeiger. A Zurigo, per esempio, la struttura, per sopravvivere, ha bisogno di un prestito (sarà erogato la prossima settimana dal cantone) di 100 milioni.
«È come se andassero a fare shopping» - All’ospedale pediatrico di Basilea, come sottolinea il direttore generale Marco Fischer, il pronto soccorso è sempre pieno: «La situazione è simile in altri cantoni - precisa - molti bambini vengono portati qui con malanni “banali”, non emergenziali». Ma dopo il Covid, le persone sono più ansiose. Ormai, vengono in ospedale con la stessa facilità con cui vanno a fare shopping».
Genitori insicuri - Una tendenza riscontrata anche da Malte Frenzel, pediatra e direttore dell'Alleanza svizzera degli ospedali pediatrici (AllKidS): «I genitori sono diventati più insicuri. Prima le persone non avevano paura dell’influenza».
I costi - Ed è proprio questo il problema: maggiori sono i casi ambulatoriali, più le strutture vanno in rosso. «Ogni emergenza comporta in media 100 franchi di costi non coperti - continua Frenzel - Per le operazioni ambulatoriali, c'è un ammanco medio di oltre 1'000 franchi per procedura».
Un contesto sfavorevole - A questo proposito, il numero di pazienti ambulatoriali negli ospedali “generali” è aumentato del 33% tra il 2016 e il 2022, secondo i dati dell'Ufficio federale di statistica.
«La miccia è già accesa da tempo» - «Il sottofinanziamento dei servizi ambulatoriali è catastrofico per gli ospedali - afferma l'economista Heinz Locher - La miccia è già accesa. È solo che brucia da così tanto tempo che non ci rendiamo nemmeno conto della gravità della situazione». Il contesto, quindi, rende la vita ancora più difficile per le strutture pediatriche.