Il ricordo del fratello della modella ucraina rimasta vittima del terribile incidente stradale avvenuto a Pasqua in provincia di Vercelli.
«Aveva sempre il sorriso ed era sempre contenta». Il fratello di A. K., la modella ucraina 21enne rimasta vittima del terribile incidente stradale avvenuto il giorno di Pasqua in provincia di Vercelli, ancora non si capacita per quanto accaduto. «Conservo tanti ricordi che porterò sempre nel cuore». Poche dichiarazioni, rilasciate ai colleghi del Blick, cariche di tristezza e dolore.
Secondo quando ricostruito dai media italiani la ragazza avrebbe trascorso il sabato sera nella discoteca in cui si esibiva come un dj, l'altra vittima di questa tragedia: un 41enne di origini kosovare, naturalizzato svizzero, che viveva con la moglie e i figli - di 11 e 14 anni - nella località di Villeneuve (VD).
I due in seguito sarebbero partiti sulla Ferrari dell'uomo in direzione dell'Italia, dove poche ore dopo avrebbero trovato la morte nel tremendo schianto in autostrada.
Dopo l'incidente, avvenuto a una velocità di oltre 200 chilometri orari, l’auto ha subito preso fuoco senza lasciare scampo ai due passeggeri. I soccorsi, giunti immediatamente in aiuto, non hanno potuto fare niente per evitare il dramma.
La famiglia è ancora scossa da quanto capitato. «Non sappiamo dove seppelliremo il nostro angelo», ha continuato il fratello. «È un duro colpo per tutti noi». Una storia tragica che si aggiunge al dramma della guerra. La 21enne era infatti scappata, con la famiglia, da Odessa, dopo l'inizio dell'invasione russa all'Ucraina. Solo il fratello era rimasto a casa per difendere il Paese.
«Ha sempre cercato di aiutare il prossimo, era molto generosa». Il dolore per la perdita della sorella si intreccia però con la rabbia per i rumors emersi dopo l’incidente. I media italiani hanno infatti ipotizzato una relazione intima tra il dj e la modella ucraina. Fango che il fratello rigetta con violenza. «Sono voci false, erano solo amici. Facevano parte della stessa cerchia di persone con cui uscivano e si trovavano la sera, niente di più».