I giovani dipendenti raramente chiedono aiuto, con gravi conseguenze per l'atmosfera lavorativa.
BERNA - Generazioni diverse si incontrano sul posto di lavoro. E non è sempre un aspetto positivo.
La differenza d’età, purtroppo, causa spesso problemi di comunicazione. Lo dimostra un recente studio di Linkedin riportato dall’Handelszeitung: una persona su dieci della cosiddetta generazione Z non cerca un dialogo diretto con i colleghi più anziani.
L'incertezza e la paura - Un motivo è l’incertezza. Il 36% degli intervistati teme di essere umiliato e, di conseguenza, non sa come rivolgersi al proprio vicino di scrivania 50enne. Un comportamento di questo tipo può rivelarsi fatale per le aziende: «C’è il rischio che si formino sottogruppi basati sull’età - spiega lo psicologo e ricercatore generazionale Rüdiger Maas - in sostanza, può verificarsi una frattura fra giovani e anziani».
Programmi ad hoc - Il confronto e lo scambio di esperienze e competenze, di solito, sono elementi cruciali per costruire un ambiente di lavoro innovativo in grado di portare innovazione e crescita. Per questo, alcune realtà, come la compagnia assicuratrice Helvetia, hanno messo a punto programmi ad hoc con i partecipanti di età mista. «In questo modo, conoscendosi meglio, la comunicazione quotidiana ne beneficia», spiega il responsabile dello sviluppo del personale giovane Andreas Auböck.
Le motivazioni - «È importante rivolgersi a tutte le generazioni - conclude Maas - le motivazioni che spingono a lavorare variano a seconda dell’età. I dipendenti più giovani sono motivati dalle sfide professionali, dalle opportunità di promozione, dal riconoscimento e dagli incentivi monetari, mentre quelli più anziani dovrebbero essere attratti dall'autonomia, dalla sicurezza del lavoro e dalle relazioni sociali»