L'industriale svizzero era stato ritenuto colpevole di omicidio colposo per la morte di un dipendente nel 2008.
TORINO - Nuovo brusco stop ai processi Eternit Italia. La Cassazione ha annullato (con rinvio) la prima delle condanne per omicidio colposo inflitte all'industriale svizzero Stephan Schmidheiny, quella a un anno e otto mesi pronunciata dalla Corte d'appello di Torino. Ancora non si conoscono le ragioni del provvedimento.
Il processo riguarda, in particolare, la morte di un dipendente dello stabilimento Saca Eternit di Cavagnolo (Torino), avvenuta nel 2008 per una malattia che secondo l'accusa è legata all'esposizione all'amianto. Per ordine degli ermellini, i giudici piemontesi dovranno rivalutare il caso.
E il rischio, secondo Ezio Bonatti, presidente dell'Osservatorio nazionale amianto, è che il tutto venga falciato dalla scura della prescrizione. «Non possiamo comprendere, né condividere, la decisione della Corte - dice - ma il nostro impegno proseguirà in tutte le competenti sedi, per la bonifica, la messa in sicurezza, la tutela medica e risarcitoria di tutte le vittime e dei loro familiari».
Quello arrivato al vaglio della Cassazione è l'apripista dei diversi processi innescati dall'inchiesta della procura di Torino chiamata Eternit bis. Si tratta di accertare le presunte responsabilità del magnate elvetico nella morte di centinaia di persone per l'amianto lavorato nelle filiali italiane della multinazionale. La contestazione originaria dei pubblici ministeri era l'omicidio volontario sul presupposto che Schmidheiny fosse perfettamente a conoscenza del problema e che non avesse mai dato disposizioni adeguate per risolverlo.
Ma una volta in aula i giudici si sono detti di diverso parere. A Napoli, a fronte di una richiesta di condanna a 22 anni di carcere, il 6 aprile 2022 lo svizzero è stato condannato a 3 anni e 6 mesi per omicidio colposo per il decesso di un solo ex dipendente di Bagnoli (gli altri casi sono stati 'coperti' dalla prescrizione); il processo d'appello è cominciato qualche settimana fa.
A Novara, dove ad essere presa in esame era la questione di Casale Monferrato (con circa 390 morti), era stato proposto l'ergastolo, ma anche qui, il 7 giugno 2023, Schmidheiny è stato giudicato colpevole di omicidio colposo e condannato a 12 anni. I passaggi successivi di tutti i processi non potranno non tenere conto delle direttive - ancora non note - che la Cassazione impartirà nelle motivazioni del provvisorio annullamento della sentenza di Torino.
Nel frattempo, però, la prescrizione incombe. La procura di Torino aveva dato il via alle inchieste Eternit nel 2004 costruendo un maxi processo per disastro ambientale, sempre a carico di Schmidheiny, che la Cassazione dichiarò prescritto nel 2014. Il successivo fascicolo Eternit bis fu poi spezzettato in vari tronconi per competenza territoriale.