Una squadra del Corpo di aiuto umanitario è partita ieri per verificare la solidità di ponti e altri infrastrutture colpite dal nubifragio.
BERNA - Ieri sera la Confederazione ha inviato in Armenia specialisti del Corpo svizzero di aiuto umanitario nelle zone devastate dalle recenti inondazioni. In alcune località, diversi edifici sono crollati e l'acqua e il fango hanno quasi raggiunto i due metri di altezza, distruggendo numerose infrastrutture e abitazioni.
Lo rende noto oggi il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), precisando che la squadra di sette persone partita ieri, composta da ingegneri e tecnici specializzati in statica delle costruzioni, dovrà verificare la solidità dei ponti e di altre infrastrutture.
Nel nord dell'Armenia più di 400 persone sono state sfollate e numerose infrastrutture sono state danneggiate o distrutte, in particolare strade e ponti, oltre a tubature del gas e dell'acqua. Viste le dimensioni della catastrofe, le autorità armene hanno chiesto assistenza attraverso il Meccanismo di protezione civile dell'Unione europea (EUCPM), prosegue il DFAE, sottolineando che la Svizzera ha risposto immediatamente.
Già attiva nel Paese e nel Caucaso meridionale, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) prevede di stanziare fino a 500'000 franchi per sostenere la risposta all'emergenza nelle aree colpite, che sono anche tra le più svantaggiate del Paese. La Svizzera sta inoltre monitorando la situazione delle inondazioni in Europa, con particolare attenzione ai Paesi vicini, ed è pronta a offrire la propria assistenza agli Stati che ne dovessero fare richiesta.