La richiesta è contenuta in una mozione di Greta Gysin. Attualmente se il bimbo nasce morto solo la mamma beneficia del congedo.
BERNA - Anche il padre di un neonato nato morto o deceduto poco dopo il parto deve beneficiare del congedo paternità. È quanto chiede una mozione di Greta Gysin (Verdi/TI), modificata dagli Stati, approvata oggi dal Consiglio nazionale con 141 voti contro 47 e 5 astenuti.
Dal 2021, i padri lavoratori hanno diritto a due settimane di congedo paternità. Lo scopo è di dare a tutti lo stesso diritto minimo, migliorare la conciliabilità tra lavoro e famiglia e promuovere il sostegno alla madre nella fase post-natale.
Nel caso di un bambino nato morto o della morte di un bambino alla nascita, il congedo paternità non viene però concesso. Il congedo maternità è invece concesso - a partire dalla 23esima settimana di gravidanza - anche in caso di morte del bambino. Da qui la mozione per eliminare questa disparità di trattamento fra genitori. Per Gysin, la nascita di un bambino nato morto e la morte di un bambino alla nascita sono esperienze psicologiche traumatiche.
Dopo il "sì" del Nazionale del giugno dello scorso anno, gli Stati avevano a loro volta adottato la mozione, precisandone però i contenuti. Per la Camera dei cantoni, il congedo di paternità deve infatti essere accordato nella sua integralità se il nascituro nasce morto oppure se muore alla nascita o nei 14 giorni successivi.
Inoltre, la durata del congedo di paternità deve avere inizio il giorno in cui il nascituro nasce morto o il giorno del suo decesso. I giorni del congedo di paternità che sono eventualmente già stati presi devono essere conteggiati.
La versione modificata del progetto avrebbe interessato 607 persone nel 2022, ha detto oggi Valérie Piller Carrard (PS/FR) a nome della commissione. Le conseguenze finanziarie per le indennità di perdita di guadagno (IPG) sarebbero ammontate a 1,3 milioni di franchi. Tale importo avrebbe potuto essere finanziato dalle IPG senza risorse supplementari, ha precisato la friburghese.
La mozione passa ora al Consiglio federale, che dovrà attuarla.