Per i Giovani liberali radicali, il sistema svizzero è obsoleto e nuoce alla salute pubblica: «Perché l'alcol è legale e l'LSD no?».
ZURIGO - Poche ore prima dell'inizio delle danze in quel di Zurigo, i Giovani liberali radicali svizzeri (JFS) hanno preso la palla al balzo approfittando dell'occasione per proporre una depenalizzazione delle droghe, anche pesanti.
«Ogni persona che finisce in pronto soccorso perché ha assunto sostanze, o in overdose, è una di troppo», spiega il presidente Jonas Lüthy.
Il percorso per la legalizzazione dovrebbe seguire una serie di step graduali: partendo dalle più leggere arrivando fino a quelle pesanti.
A diventare legali per prime, quindi, dovrebbero essere cannabis e cannabinoidi, il khat e i funghetti allucinogeni: «Sono sostanze ormai largamente accettate dalla società e hanno un potenziale relativamente basso di danno per chi ne fa uso», aggiunge il giovane liberale.
In seguito si passerebbe ad altre sostanze psicoattive come Lsd, Mdma e pure cocaina ed eroina. Per quelle a maggiore rischio dipendenza «sono sensati dei limiti di vendita, anche per arginare il turismo della droga. L'obiettivo dovrebbe essere comunque quello di indebolire il mercato nero», commenta.
«Al momento in Svizzera i divieti sulle sostanze sono principalmente di origine storica e non sono legati all'effettivo pericolo che queste rappresentano per la salute pubblica. Non ha senso che l'alcol sia permesso e Lsd - invece - sia vietato. La politica repressiva svizzera sulla droga ha dimostrato ampiamente di essere un fallimento».
Alla legalizzazione della vendita degli stupefacenti, secondo i Giovani Liberali Radicali, seguirà naturalmente quella delle pubblicità che li promuovono: «A causa del mercato nero delle droghe lo Stato perde una quantità considerevole di entrate che potrebbero essere reinvestite per arginare i danni di queste sostanze», continua, «prevenzione, cura e riduzione del danno per noi restano fondamentali e - fino a oggi - sono stati finanziati sulle spalle del cittadino».