«Non stiamo assistendo a un'inversione di tendenza», ammonisce l'esperta Liska Berne.
BERNA - Durante il primo semestre del 2024 il numero di persone che sono entrate in Svizzera illegalmente è diminuito di oltre il 30% rispetto all’anno precedente. In poche parole, meno persone, sprovviste di permesso di soggiorno valido, sono state sorprese alle frontiere svizzere o durante i controlli doganali. Stando alle cifre dell'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc), alla fine di giugno sono stati registrati 12'500 cosiddetti soggiorni illegali, rispetto ai 17'800 riscontrati nello stesso periodo dello scorso anno.
Dietro a questi dati però, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, emerge un altro fattore da prendere in considerazione. Secondo l'esperta di immigrazione Liska Bernet, interpellata dai colleghi del Tages-Anzeiger, non stiamo infatti assistendo a un’inversione di tendenza. «Le domande d’asilo in Svizzera non sono diminuite, ma sono addirittura leggermente aumentate», ha commentato l’esperta.
Nessuna inversione di tendenza - Insomma il fenomeno migratorio non sta diminuendo. Ma allora come si spiega questo calo? «I numeri dei migranti che giungono in Europa cambiano costantemente. Le cause sono sempre molteplici». Oggi lo spostamento delle rotte sta avendo un impatto importante. «Può succedere che i numeri diminuiscano brevemente finché non vengono stabilite nuove rotte. Parliamo di mesi, ma capita anche che si impieghi anni, ma poi i numeri torneranno a salire».
La collaborazione tra Frontex e i paesi nordafricani - Le cifre dell’Udsc sono simili a quelle riscontrate da Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Nella prima metà di quest’anno sono arrivati in Europa attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, cioè dal Nord Africa all’Italia o a Malta, il 61% in meno di persone rispetto alla prima metà dello scorso anno.
«L’Ue sta usando molte risorse per frenare la migrazione verso il vecchio continente. Un esempio è l’accordo sulla migrazione che ha concluso con la Tunisia nell’estate del 2023. In cambio degli aiuti finanziari, la Tunisia è chiamata a maggiori azioni contro i trafficanti al fine di ridurre il numero di persone in partenza. Frontex lavora inoltre a stretto contatto con la guardia costiera libica per impedire alle imbarcazioni di raggiungere l’Italia».
Pratiche poco etiche - Proprio su questo punto l’esperta sottolinea il carattere poco etico della collaborazione tra le autorità europee e i governi dei paesi del Nord Africa. «Frontex impiega droni e aerei per localizzare le imbarcazioni nel Mediterraneo. In seguito trasmette le coordinate alla guardia costiera sul versante libico incaricata di fermare le imbarcazioni prima che raggiungano le acque europee, dove la responsabilità cadrebbe sull’Italia».
Tutto legale? «No, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma che ogni persona ha il diritto di chiedere asilo in un altro Paese». Oltre al carattere discutibile, la soluzione adottata non risolve il problema. «Queste misure non fermeranno la migrazione a lungo termine. Se si chiude una strada, prima o poi se ne aprirà un’altra altrove».