Il comitato referendario ha spiegato la sua visione riguardante la politica dei trasporti. «Progetto sovradimensionato e superato».
BERNA - Il progetto di ampliamento delle autostrade non solo è sovradimensionato, ma anche superato dal punto di vista della politica dei trasporti. È il parere del comitato referendario che si batte contro l'estensione della rete stradale in votazione il prossimo 24 di novembre.
Il decreto federale sulla Fase di potenziamento 2023 delle strade nazionali comprende sei progetti per un costo di 5,3 miliardi di franchi. È previsto, per esempio, che l'A1 fra Berna-Wankdorf e Schönbühl (BE) passi da sei a otto corsie. A tale progetto si aggiunge l'allargamento a tre corsie per direzione dell'asse Le Vengeron (GE) - Coppet (VD) - Nyon (VD), per una lunghezza di 19 chilometri.
Il referendum è stato lanciato dall'alleanza "Stop alla follia autostradale" con alla sua testa l'Associazione traffico e ambiente (ATA) e actif-trafiC. Quest'ultime possono contare sull'appoggio di 29 fra organizzazioni, associazioni e partiti, fra i quali i Verdi, il PS e i Verdi liberali.
Se per i sostenitori dell'ampliamento si tratta di ridurre le strozzature e gli ingorghi sulle autostrade, per il comitato contrario questo obiettivo, oltre a essere assai costoso, è destinato al fallimento poiché non farà che generare traffico. «Il traffico supplementare - ha precisato David Raedler, co-presidente dell’ATA - si riverserebbe nelle città e nei villaggi circostanti, con conseguenze inaccettabili per le persone che vi abitano: un aumento significativo dell’inquinamento atmosferico e molto più rumore, e ciò malgrado quasi un milione di persone soffra, già oggi, a causa dei livelli di rumore eccessivi».
Ancora più dura Franziska Ryser, consigliera nazionale e co-presidente di actif-trafiC, che accusa il Consiglio federale e il Parlamento di stare «raggirando» le regioni coinvolte. «Le città e gli agglomerati hanno riconosciuto gli svantaggi delle autostrade e optano per altre soluzioni. Stanno ampliando il trasporto pubblico e le infrastrutture per le bici e creano dei quartieri a traffico limitato. Non deve quindi sorprendere il fatto che diversi comuni interessati si oppongano ai progetti previsti».
Sempre secondo i referendisti grandi aree andrebbero inoltre perse per la natura e l'agricoltura e verrebbero pure compromessi gli obiettivi della legge sulla protezione del clima. «L’ampliamento delle autostrade - fa notare la co-presidente del PS Mattea Meyer - porta a un aumento del traffico, con conseguente crescita delle emissioni di CO2. Ciò danneggia il clima. Questo ampliamento smisurato delle autostrade non solo è eccessivamente caro, ma è anche irresponsabile».
Per Lisa Mazzone, presidente dei Verdi Svizzeri, il voto sull’ampliamento serve invece a tracciare la rotta: «Questo progetto è decisivo e avrà ripercussioni per decenni: innanzitutto i cantieri genereranno ulteriori disagi nella vita quotidiana delle persone. Poi arriverà il carico supplementare dovuto all’aumento delle auto, del rumore e dei gas di scarico. Per proteggere la nostra salute e quella dei nostri figli, abbiamo perciò bisogno di un chiaro no».
Anche i Verdi Liberali respingono chiaramente l’ulteriore estensione delle autostrade, come sottolineato dalla consigliera nazionale Barbara Schaffner: «Dopo mezzo secolo di tentativi infruttuosi nel combattere il congestionamento del traffico tramite nuove costruzioni stradali, ora ci vuole un cambiamento di mentalità. La guida automatizzata, i nodi intermodali e la messa in rete dei diversi vettori di trasporto pongono nuove sfide all’infrastruttura. Con l’ampliamento delle autostrade andremmo a investire nel posto sbagliato».