L'Unione democratica federale (UDF) è riuscita infatti a racimolare le firme necessarie per il referendum.
BASILEA - Oltre alle consultazioni federali previste per il 24 novembre, i cittadini di Basilea Città dovranno esprimersi anche sul credito di 37,5 milioni di franchi destinato al sostegno del Eurovision Song Contest (ESC) del prossimo anno.
L'Unione democratica federale (UDF) è riuscita infatti a racimolare le firme necessarie per il referendum. In totale, l'UDF ha consegnato oggi alla Cancelleria del cantone - che dal canto suo dovrà certificarle - 4203 firme. Per la riuscita del referendum ne bastano duemila.
Il Gran Consiglio di Basilea ha approvato il credito richiesto dal Consiglio di stato l'11 settembre scorso con un'ampia maggioranza: 87 voti a 4 e 4 astensioni. L'UDF, un piccolo partito poco radicato a Basilea Città, si è mossa da sola; l'UDC, che ha approvato il credito, non le ha infatti prestato alcun aiuto.
Il 23 di ottobre, il presidente del partito dell'UDF, Daniel Frischknecht, aveva dichiarato in un'intervista alla NZZ che l'ESC mette in pericolo "l'ordine divino". A suo parere, negli ultimi 15 anni la kermesse è diventata una "piattaforma di propaganda per omosessuali e persone non binarie". L'ex granconsigliere turgoviese ha definito la manifestazione come un "tentativo di lavaggio del cervello, in cui la televisione svizzera è in prima linea".
Frischknecht ha inoltre criticato Nemo, che lo scorso maggio ha vinto l'ESC a Malmö, in Svezia. Il fatto che Nemo sia salito sul palco con una corona di spine per ricevere il trofeo è una "bestemmia", stando a Frischknecht.