Per la prima volta i neopensionati svizzeri preferiscono ritirare subito tutta la Cassa pensione. Ma i rischi (per tutti) non mancano.
ZURIGO - Andare in pensione e ritirare in blocco tutta la Cassa pensione. È la nuova preoccupante, e attestata, tendenza dei neopensionati svizzeri.
Stando ai dati relativi al 2023, resi pubblici questo lunedì, il 41% di quelli che hanno concluso la loro vita lavorativa hanno deciso per il prelievo totale dell'ammontare maturato durante gli anni di lavoro.
È la prima volta, scrive il TagesAnzeiger, che questa quota supera e in maniera netta quella di chi si “accontenta” di una pensione normale oppure di una formula mista (con un prelievo parziale).
Le problematiche legate a questo trend sono diverse: in primis il fatto che - di fatto - si impoverisce il sistema previdenza, sottraendo liquidità e perdendo una parte importante di interessi.
Dall'altro il rischio che questi soldi vengano “bruciati” in un lasso di tempo più o meno breve, e sia necessario richiedere Prestazioni complementari (PC) per integrare la rendita di vecchiaia è tutt'altro che remota.
Questo perché chi va in pensione non si rende conto che la sua “terza età” durerà verosimilmente anche 20 o 30 anni.
Ogni anno i costi per le PC sono di circa 5,5 miliardi che gravano sulla Confederazione (per più della metà) ma pure sui Cantoni.
Perché questa possibilità piace così tanto? I motivi possono essere vari, da una parte l'ammontare (spesso importante) invoglia all'investimento, che si tratti di immobili (magari una casa in montagna, o al mare) oppure di titoli.
In questo caso le motivazioni possono anche essere virtuose: tentare di ottenere di più dal proprio “tesoretto” facendolo fruttare più di quanto non farebbe rimanendo nella Cassa. Una possibilità “ghiotta” che i consulenti finanziari conoscono bene e su cui fanno leva per proporre piani pensati ad hoc.
Il rischio reale è che, se la persona si dimostra particolarmente longeva, questo tipo di piani di investimento si trasformino in un boomerang soprattutto in caso subentri la necessità di trattamenti, o degenze, particolarmente costosi.
Intanto Berna sta già pensando a delle contromisure. All'origine di una situazione potenzialmente esplosiva il fatto che il sistema attuale è stato concepito con in mente una maggioranza di persone che preferisce lasciare la Cassa pensione dove si trova. Cioè l'esatto contrario di quello che sta succedendo oggi.
Per tentare di disincentivare questi «prelievi di massa», il Consiglio federale e l'Ufficio federale delle finanze (Uff) di Karin Keller-Sutter stanno elaborando una serie di misure, tra le quali un aumento delle imposte sui prelievi di capitale dal secondo e terzo pilastro.
Proposte che non fanno assolutamente l'unanimità a Palazzo federale ma che - oltre al potere deterrente - potrebbero portare nelle tasse della Confederazione 280 milioni di franchi all'anno.