Le cifre delle vendite di pompe di calore sono diminuite di quasi un terzo.
BERNA - A causa dei prezzi elevati dell’elettricità, i combustibili fossili stanno tornando alla ribalta (perché più convenienti) negli impianti di riscaldamento svizzeri. È dunque un fatto che la Confederazione, che punta alla neutralità carbonica entro il 2050, rallenta il ritmo della transizione energetica.
Solo l’anno scorso, i cittadini avevano evidenziato un deciso passo verso l’installazione e l'utilizzo di pompe di calore. Quasi il 60% era infatti favorevole alla diffusione di questa tecnologia utile anche per contrastare gli effetti sul clima del ricorso a fonti di calore più inquinanti. Un anno dopo, il quadro appare diverso.
Alcuni dati - Rispetto al 2023 le cifre di vendita delle pompe di calore diminuiranno nel 2024 (dati dell'associazione per la tecnologia edilizia ImmoClimat) di quasi un terzo. Allo stesso tempo, tra gennaio e settembre 2024 sono stati installati il 12% in più di impianti di riscaldamento a gas e gasolio rispetto al 2023.
Una situazione strettamente correlata alla politica mondiale. Mentre negli ultimi anni le guerre hanno fatto salire alle stelle i prezzi del petrolio e del gas, l’elettricità a basso costo ha reso le pompe di calore attraenti per molti.
Ora la situazione è cambiata. I prezzi del petrolio e del gas si sono stabilizzati, mentre l’elettricità sta diventando sempre più costosa. Di conseguenza, il riscaldamento con combustibili fossili sta tornando alla ribalta come alternativa economica.
Inoltre attualmente non esiste alcuna legge a livello nazionale che vieti l’installazione di nuovi impianti di riscaldamento che utilizzino combustibili fossili. Solo in alcuni Cantoni esiste un divieto a livello regionale, ad esempio per le nuove costruzioni. Mentre Rts ricorda che a oggi oltre il 50% delle case svizzere sono ancora riscaldate a gasolio o gas.
Va però precisato che la sfida del Paese alla neutralità non è affatto accantonata, anzi. Il popolo infatti ha deciso l'anno scorso di sostenere finanziariamente la ristrutturazione degli edifici con l'isolamento e l'installazione di pompe di calore. Ma non solo, a partire dal 2025 la Confederazione investirà due miliardi di franchi in dieci anni.