Lo ha ribadito il Consiglio degli Stati bocciando per la terza volta la sua soppressione anche per le case di vacanza.
BERNA - L'imposta sul valore locativo va abolita solo per le residenze principali. Lo ha ribadito oggi il Consiglio degli Stati bocciando così per la terza volta la sua soppressione anche per le case di vacanza.
L'imposta sul valore locativo - un reddito fittizio da cui il proprietario può dedurre gli interessi passivi e i costi di manutenzione - esiste in Svizzera dal 1915. I tentativi di abolirla sono ripetutamente falliti alle urne e in Parlamento. Le Camere federali sono ora tornate alla carica da qualche anno, con la revisione in materia che è già stata approvata sul fondo da ambo i rami del legislativo.
Principale pomo della discordia fra Nazionale e Stati è la questione se attuare una trasformazione totale di sistema, che comprenda quindi anche le abitazioni secondarie, oppure se modificare la prassi solo per quelle principali. I "senatori", come detto, si sono sempre espressi per quest'ultima variante. Consiglio nazionale e governo per il cambiamento totale.
Per far passare la pillola, la Camera del popolo aveva approvato l'introduzione di un'imposta immobiliare speciale. Grazie a quest'ultima i Cantoni di montagna e quelli a vocazione turistica, scettici nei confronti di un cambio totale di sistema in ragione delle minori entrate che rischiano di subire, avrebbero ottenuto una possibilità di compensazione.
Oggi i "senatori" hanno però bocciato la nuova tassa con 26 voti contro 15 e una astensione. Poco dopo la Camera si è espressa anche sulla proposta di abolire il reddito locativo per le residenze secondaria. Come accennato, la proposta è stata respinta, con 29 voti contro 12.
Durante il suo intervento, Martin Schmid (PLR/GR) ha ricordato la posizione della Conferenza dei governi dei cantoni alpini (CGCA), contraria alla modifica del sistema di tassazione della proprietà abitativa. La riforma - ha detto - causerebbe importanti diminuzioni del gettito fiscale nelle regioni turistiche. La proposta di introdurre una nuova tassa, che si aggiungerebbe alla tassa di soggiorno, non permetterà di risolvere le cose, ha sostenuto il grigionese.
Carlo Sommaruga (PS/GE) ha da parte sua evidenziato come il disegno di legge non soddisfi più gli obiettivi iniziali, non garantendo la parità di trattamento tra proprietari e inquilini. La riforma avrebbe inoltre un impatto significativo sul gettito fiscale: i mancati introiti potrebbero ammontare a milioni di franchi, ha sostenuto.
Molto scettico anche Pascal Broulis (PLR/VD), secondo cui il progetto deve essere fermato. «È una falsa buona idea che renderà solo le cose più complicate». A suo dire, l'imposta sul valore locativo genera un circolo virtuoso: permette di investire nella propria proprietà e di far girare l'economia. Per questi motivi il vodese ha già fatto sapere che rifiuterà la riforma alle votazioni finali.
Da notare che una divergenza esiste anche per quel che concerne le misure per limitare l'incentivo all'indebitamento. Il Nazionale vorrebbe consentire la deduzione degli interessi maturati sui debiti fino al 40% dei redditi da sostanza imponibili. Oggi gli Stati hanno ribadito che questa percentuale va portata al 70%. Attualmente è possibile dedurre gli interessi maturati su debiti sul 100% dei redditi da sostanza imponibili e ulteriori 50'000 franchi.
Il dossier torna al Consiglio nazionale. Alla luce delle visioni diametralmente opposte tra Camera del popolo e dei Cantoni, è molto verosimile che il dossier andrà in Conferenza di conciliazione. E non è da escludere che c'è chi tenterà di far saltare il banco, ovvero di affossare definitivamente la riforma, seguendo così l'opinione di Broulis. Tale eventualità è tutto fuorché improbabile. Se dovesse andare così, si resterebbe allo status quo.