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VAUDRichiesti 16 anni per il padre incestuoso

16.03.18 - 18:41
Il vodese è accusato di aver abusato sessualmente degli 8 figli (tre femmine e cinque maschi) per una dozzina di anni
20 Minutes
Richiesti 16 anni per il padre incestuoso
Il vodese è accusato di aver abusato sessualmente degli 8 figli (tre femmine e cinque maschi) per una dozzina di anni

LOSANNA - Il pubblico ministero ha chiesto oggi 16 anni di carcere nel processo in corso nel canton Vaud contro un uomo accusato di aver abusato sessualmente e in altro modo degli otto figli. Per la madre, finora a piede libero, ha auspicato una pena di 36 mesi, di cui sei da scontare.

Il procuratore Christian Maire ha rievocato gli orrori durati una dozzina di anni, sino a fine 2016, e subiti dai figli del padre incestuoso, tre femmine e cinque maschi nati fra il 1996 e il 2014: stupri ripetuti, obbligo a masturbarlo e ad assistere a film pornografici, minacce, botte, umiliazioni. Anche alla moglie ha rimproverato violenze domestiche, oltre che complicità negli atti commessi dal marito, per non parlare delle violazioni del dovere di assistenza e educazione.

Interrogato al processo cominciato martedì davanti al tribunale della Broye e del Nord vodese, riunito eccezionalmente a Renens, alle porte di Losanna, il vodese sulla quarantina ha negato di aver abusato sessualmente dei figli, cui ha dato dei bugiardi. La loro versione contrasta nettamente infatti con quella del padre.

I ragazzi, ad eccezione dei più giovani, affermano di essere stati picchiati fin da piccoli. Poi il padre, che già malmenava e stuprava la moglie, ha sottoposto ad atti sessuali la figlia maggiore, quando la bambina aveva otto anni. È stata lei, che oggi ha una ventina d'anni, ad allertare nel 2015 i servizi sociali che già si occupavano della famiglia disastrata.

Anche sua sorella cadetta avrebbe subito lo stesso trattamento fin da bambina. Agli abusi sono stati sottoposti anche i figli maschi. «Per giocare al computer, dovevamo toccare il pisello di papà», ha dichiarato uno dei ragazzi, aggiungendo di sperare che al termine del processo «papà rimanga in prigione».

L'imputato, beneficiario di una rendita AI a causa di un ritardo intellettuale ma in parte attivo nell'edilizia, ha minacciato a più riprese i figli affermando che se un giorno dovesse andare in carcere, ucciderebbe l'intera famiglia non appena liberato.

I bambini sono stati maltrattati nonostante l'intervento, dal 1997, del Servizio vodese di protezione della gioventù e l'applicazione di una curatela di assistenza educativa per tutti i figli della coppia. Oltre a tracce di violenze fisiche sono state constatate carenze affettive, turbe della socializzazione e del linguaggio, problemi di alimentazione e mancanza di igiene.

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