Amici che arrivano da fuori e due serate "brave" che hanno portato ad almeno 26 casi di Covid-19 e 400 quarantene
Il Medico cantonale di Argovia: «Club e discoteche zone ad altissimo rischio. Bisogna sempre identificarsi»
AARAU - Un party al bar Tesla di Spreitbach (AG) e poi una serata al Flamingo di Zurigo, è questa la pista del contagio da Covid-19 che le autorità argoviesi ritengono assolutamente verosimile.
Le notti "brave" in questione sarebbero quelle dello scorso 20 e 21 giugno, che avrebbero - complessivamente - portato ad almeno 26 contagi assodati e 400 quarantene preventive.
«Da quello che so io, il gruppetto in questione si è recato la prima sera al Tesla e la seconda al Flamingo, dove si teneva una festa a tema Balcani», spiega a 20 Minuten una conoscente che ha preferito rimanere anonima, «alcuni dei membri della compagnia erano appena arrivati da Belgrado, dove probabilmente hanno preso il Covid-19. Quello che è poi successo è stata davvero una sfortuna».
Una versione dei fatti - quella della fonte - che si adatta a quanto già detto dal Medico cantonale di Argovia Yvonne Hummel: «Abbiamo le prove che diverse persone che il 20 giugno si trovavano a Spreitenbach, il 21 erano al Flamingo di Zurigo», ha spiegato in intervista a 20 Minuten. A Tele M1, invece, ha dichiarato che il virus proviene dall'estero, senza però fornire dettagli ulteriori.
Non conferma, né il collegamento dei due eventi né l'origine del virus, il Medico cantonale di Zurigo, che terrà una conferenza stampa mercoledì.
«Discoteche e club zone ad altissimo rischio»
Voci alte, distanze azzerate, caldo e respiro affannoso causato dal ballo: discoteche e locali notturni sono «zone ad altissimo rischio», ribadisce Yvonne Hummel che conferma che le 100 persone presenti al Tesla quella sera si trovino ora in quarantena, «il bar riaprirà solo quando verranno fatte tutte le valutazioni del caso».
Che ne pensa di una chiusura dei locali notturni? «Una cosa è certa, mantenere le misure di protezione in quei contesti è molto difficile, spesso chi è già contagioso può non manifestare sintomi anche per 48 ore. Quello che però per me è imperativo è che - all'entrata - si forniscano i dati corretti e ci si identifichi, questo è davvero importante oltre che obbligatorio per legge».