Una 50ina le persone che hanno preso parte all'azione di protesta.
Sabato il quotidiano Le Temps ha pubblicato un'inchiesta che riferisce di molestie sessuali, gesti inappropriati e abuso di potere
GINEVRA/FRIBURGO - Circa 50 persone si sono riunite oggi pomeriggio davanti alla sede della Radiotelevisione romanda (RTS) a Ginevra per chiedere un cambiamento immediato nella cultura manageriale dell'azienda. Azioni di protesta hanno avuto luogo anche davanti alle sedi della RTS a Losanna e a Friburgo.
Sabato, il quotidiano Le Temps ha pubblicato un'inchiesta che fa stato di molestie sessuali, gesti inappropriati e abuso di potere all'interno della filiale francofona della Società svizzera di radiotelevisione (SSR).
«Siamo arrabbiati con la direzione, che si è dimostrata incapace di mettersi in discussione», ha detto, a Ginevra, Mireille Senn, membro del comitato del Sindacato svizzero dei mass media (SSM). «Vogliamo la sospensione delle persone implicate, che i colpevoli siano puniti». Il SSM chiederà un'indagine in particolare sull'operato dei vertici aziendali.
Azioni di protesta si sono svolte anche davanti ai locali della RTS a Friburgo e Losanna, su convocazione del Collettivo di sciopero femminista. I manifestanti hanno denunciato il «comportamento sessista e sessuale» evocato da Le Temps.
Nel tardo pomeriggio a Losanna, davanti agli studi radiofonici della Sallaz, si sono riunite 35 donne. Hanno letto una dichiarazione che invitava le vittime di molestie a «rompere il silenzio».
Come fatto in precedenza dal direttore della RTS Pascal Crittin, che questo fine settimana ha espresso costernazione, il capo della SSR Gilles Marchand oggi ha detto di essere «scioccato» e «stupito». Ha detto che l'emittente nazionale ha sempre voluto «fare una distinzione tra voci e fatti» e che i fatti citati da Le Temps, in particolare su Darius Rochebin, «non sono mai stati provati».
Direttore di RTS fino al 2017, Gilles Marchand ha assicurato che non è stata concessa alcuna protezione alle persone coinvolte nell'indagine di Le Temps. A suo parere l'azienda radio-televisiva ha a disposizione molti strumenti per combattere le molestie, ma questi non vengono utilizzati a sufficienza. «È qui che dobbiamo agire», ha detto.
Gilles Marchand ha aggiunto di aver trovato «abbastanza normale» che questo caso sia discusso politicamente, in particolare con la ministra delle comunicazioni Simonetta Sommaruga. «Siamo un servizio pubblico e dobbiamo rendere conto al pubblico», ha aggiunto.