Già in prigione per una brutale rapina, l'uomo dovrà rispondere dell'uccisione di una 87enne a Küsnacht.
L'inchiesta, archiviata nel 2001 per mancanza di prove, è stata riaperta nel 2016: il DNA del rapinatore coincideva infatti con quello ritrovato sul luogo del delitto.
ZURIGO - Un italiano di 77 anni è stato incriminato nel canton Zurigo per l'assassinio di una ricca signora di 86 anni ritrovata morta nella lavanderia della sua abitazione a Küsnacht (ZH) nel 1997. Due anni fa l'uomo è già stato condannato per una brutale rapina commessa nel settembre del 2016 a Thun (BE).
Il 77enne sta attualmente scontando la condanna a sette anni e mezzo di prigione inflittagli nel canton Berna per rapina, sequestro di persona e coazione sessuale. La data del nuovo processo non è ancora nota.
L'anziana signora, uccisa pochi giorni prima del suo 87esimo compleanno, aveva un patrimonio che in base alle dichiarazioni fiscali dell'epoca era stimato in 12 milioni di franchi. Il suo cadavere fu ritrovato in un bagno di sangue e ammanettato nella lavanderia della villa del comune della "costa dorata" del lago di Zurigo il 4 luglio 1997, sei giorni dopo il delitto.
In mancanza di riscontri, l'inchiesta era stata dapprima archiviata nel 2001. Nel 2016 la svolta che ha permesso di riaprire le indagini: si è infatti scoperto che le tracce di DNA scoperte nella villa di Küsnacht corrispondevano con quelle dell'autore della rapina messa a segno nel settembre 2016 nella gioielleria di Thun.
Il cittadino italiano sospettato dei due delitti è stato arrestato sull'isola di Tenerife, dove aveva cercato di vendere parte del bottino, ed estradato dalla Spagna verso la Svizzera nel maggio 2017.
Il processo per la rapina si è tenuto nel giugno del 2018 davanti al Tribunale distrettuale di Thun (BE). Si è trattato di un colpo particolarmente brutale: l'italiano prese in ostaggio la proprietaria della gioielleria, il marito e la figlia nella loro abitazione, dove si impossessò di gioielli per un valore di 70'000 franchi.
Dopo aver somministrato dei calmanti alle sue vittime abusò sessualmente della figlia, per poi farsi accompagnare nella gioielleria e mettere le mani su altri preziosi. Ritornato nell'abitazione abbandonò le vittime con delle scatole di fiammiferi legate alla schiena, facendo loro credere che si trattava di esplosivo che sarebbe stato azionato a distanza nel caso avessero lanciato l'allarme.
Per poter perseguire il 77enne italiano anche per il delitto di Küsnacht, il Ministero pubblico zurighese è dovuto intervenire presso le autorità spagnole, in modo estendere i motivi della richiesta di estradizione - già avvenuta - con l'incriminazione per assassinio. Il sospettato si è opposto alla nuova incriminazione davanti a tutte le possibili istanze, ma senza ottenere successo