Incontrava ragazzine sui social e le adescava. Lussemburghese 27enne sotto processo.
LOSANNA - Coazione sessuale, atti sessuali con fanciulli, tentata coazione e tentati atti sessuali con fanciulli. Questi i capi di accusa a cui deve rispondere un lussemburghese di 27 anni, accusato di aver abusato sessualmente di ragazze di meno di 16 anni tra il 2016 e il 2020. L'uomo è comparso oggi davanti ai giudici a Renens (VD). L'imputato, che incontrava le adolescenti sui social network e nella regione di Yverdon-les-Bains (VD), si è detto pentito ed è scoppiato in lacrime davanti alla madre di una delle sue vittime, all'epoca 15enne.
I fatti - Tra il 2016 e la fine di aprile del 2020, questo fattorino, attualmente in detenzione preventiva nel carcere losannese di Bois-Mermet, è entrato in contatto con numerose ragazze al di sotto dei 16 anni allo scopo di avere relazioni sessuali con loro. Per raggiungere questo obiettivo l'imputato, descritto come immaturo e cellulare-dipendente e che gli esperti hanno diagnosticato come «pedofilo», utilizzava le reti sociali e si definiva fotografo di moda.
Molestie e ricatti - Stando all'atto d'accusa, il 27enne deve rispondere di nove casi che vanno dalle molestie alle relazioni sessuali. Ogni caso era accompagnato da parole aggressive a forte connotazione sessuale. A diverse riprese, l'imputato è riuscito a ottenere fotografie e video osé delle sue giovani vittime e, talvolta, le ricattava minacciando di pubblicare queste immagini sui social network.
Una percezione distorta - «All'epoca, non vedevo queste ragazze come bambine. La loro età non cambiava nulla per me. È una cosa schifosa ma è l'assoluta realtà. Provo vergogna. Non mi rendevo conto che stavo facendo loro del male con i miei gesti e il mio modo di parlare e ringrazio la giustizia di avermi aiutato a capire il problema», ha dichiarato scoppiando in lacrime. Il lussemburghese si è in seguito scusato, sempre piangendo, con la madre di una delle vittime, 15enne all'epoca dei fatti, ammettendo di avere ancora una lunga strada da percorrere prima della guarigione.
Le vittime - Il padre di una delle vittime è stato tra i testimoni ascoltati dai giudici: «Nostra figlia era aperta, estroversa e purtroppo anche ingenua. In seguito agli abusi, ha vissuto una vera e propria discesa agli inferi. Ha perso il suo posto di apprendistato e la fiducia in se stessa. Oggi ha ancora crisi di panico e beneficia di una sostegno psichiatrico. Eravamo lontani mille miglia dall'immaginare che cosa avesse subito. Si è ritrovata come 'paralizzata' di fronte al suo aggressore. Ciò che fa più male, è il fatto che non abbia potuto difendersi».
L'imputato - Dal canto suo, l'assistente spirituale che segue l'imputato in carcere ha sottolineato "l'evoluzione molto importante" del 27enne. «All'inizio negava e minimizzava i fatti. Diceva che le ragazze sembravano più mature della loro età, rinviando la colpa su di loro e si sentiva tradito. Nel frattempo ha fatto un cammino spirituale nella sua qualità di cristiano battezzato», ha aggiunto.
La redenzione - L'assistente spirituale ha delineato il ritratto di un uomo che ha poca fiducia in se stesso ma solidale, «con un buon cuore» e grandi competenze relazionali. Ha pure rilevato che è stato lui stesso a chiedere spontaneamente un sostegno psicologico. «Si trova ora in una redenzione umana e spirituale. Si tratta di una di quelle persone per le quali vale la pena trascorrere del tempo in prigione», ha concluso. Il padre dell'imputato ha abbondato in questo senso, tracciando il ritratto di un «giovane immaturo che ha tuttora 15 anni nella sua testa», ma che sta per diventare adulto, rimboccandosi le maniche in carcere.