La polizia aveva trovato sotto il letto un fucile d'assalto, una pistola mitragliatrice e quasi 2000 proiettili.
L'oggi 33enne, che risiedeva a Rüti (ZH) e di professione è cuoco, è invece stato prosciolto dall'accusa di discriminazione razziale
ZURIGO - Il tribunale cantonale di Zurigo ha condonato un quarto delle spese di procedura giudiziaria a un neonazista tedesco condannato l'anno scorso per infrazioni alla legge sulle armi ma assolto dall'accusa di discriminazione razziale.
Durante una perquisizione effettuata nel 2019 nell'abitazione dell'uomo nell'Oberland zurighese la polizia aveva trovato sotto il letto un fucile d'assalto, una pistola mitragliatrice e quasi 2000 proiettili. Il Tribunale distrettuale di Hinwil (ZH) lo ha condannato a 16 mesi con la condizionale e all'espulsione dal territorio nazionale per 10 anni. Il cittadino tedesco era da tempo noto alle autorità, sia svizzere che tedesche, per le sue simpatie naziste.
L'oggi 33enne, che risiedeva a Rüti (ZH) e di professione è cuoco, è invece stato prosciolto dall'accusa di discriminazione razziale: su Facebook aveva risposto al resoconto di un sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz con un emoji detto "facepalm" - che descrive il gesto di portarsi la mano sul volto in segno di incredulità, sconcerto o esasperazione - e aveva inoltre osservato che sette milioni di ebrei erano comunque sopravvissuti.
Malgrado questa assoluzione, gli sono stati accollati tutti i costi per l'intera indagine e le spese processuali. Il tribunale distrettuale di Hinwil ha giustificato la decisione con il fatto che il post su Facebook era stato il fattore scatenante dell'indagine sulle armi, quella sulla discriminazione razziale era stata invece «solo di natura minore».
Ora, il Tribunale cantonale ha concluso che ciò non era corretto. L'uomo deve quindi pagare un quarto delle spese in meno: invece di circa 14'000 franchi solo 10'500. A causa dell'assoluzione parziale riceve anche un risarcimento per il suo avvocato, il che gli lascia un conto in sospeso di soli 4000 franchi circa. L'alta corte cantonale non si aspetta però di ricevere presto questo denaro. Sarà infatti verosimilmente difficile raccogliere l'importo, dato che l'uomo dal febbraio del 2020 è tornato a vivere in patria, più precisamente in Turingia.