Diversi testimoni aiutano a ricostruire la scena della morte dell'uomo, colpito da un agente di polizia.
Secondo i presenti, i poliziotto non sono immediatamente accorsi in suo aiuto, contrariamente a quanto affermato dalla polizia.
LOSANNA - Erano quasi le 18. Sulla banchina della stazione di Morges (VD) si è consumata la morte di un 37enne. Ad assistere alla scena vi erano diversi passeggeri, ma anche residenti nel quartiere che hanno - con le loro foto e testimonianze - aiutato a far luce su alcuni interrogativi.
Soccorso tardivo - Uno di questi riguarda il tempo di reazione degli agenti nel soccorrere l'uomo ferito. Se da una parte il comunicato di polizia sostiene che i poliziotti sono intervenuti «immediatamente», tutte le testimonianze raccolte da 20 Minutes indicano che il primo soccorso è stato fornito non prima di 4-5 minuti dal colpo esploso dall'agente.
«Sono sotto shock - riferisce un testimone -. Stavo messaggiandomi con i miei parenti quando ho visto l'agente che sparava. Erano le 17:59. Il massaggio cardiaco non è iniziato prima delle 18:03 o delle 18:04. Inoltre, non è stato un agente a effettuare il massaggio, ma un uomo in borghese arrivato in seguito. Per me questa è una chiara situazione di mancato soccorso a un uomo in pericolo di morte. In questi casi pochi minuti possono fare la differenza».
Un altro testimone conferma questa versione: «È rimasto a pancia in giù per cinque minuti buoni. Gli agenti sono andati prima ad ammanettarlo, a svuotargli le tasche e recuperare un piccolo oggetto nero che giaceva a terra, forse il coltello di cui parla la polizia. I poliziotti sono stati molto cauti, immagino per sicurezza, dal momento che erano stati appena aggrediti. Ma il ferito non è stato messo in posizione laterale di sicurezza, e il massaggio cardiaco è iniziato dopo, effettuato da un uomo che non era un agente». Per la precisione a essere intervenuto è un addetto del personale medico che si trova in stazione, conferma la polizia.
La dinamica - Per il resto, immagini e testimoni corroborano le informazioni fornite dalla polizia. L'uomo, uno svizzero 37enne, ha estratto un'arma da taglio. Era sui binari di fronte a quattro agenti che stavano cercando di calmarlo. Presumibilmente ha raccolto una pietra per terra prima di avanzare in direzione della polizia, che gli ha intimato di fermarsi. Quindi è risalito sulla piattaforma e ha continuato ad avanzare «brandendo qualcosa». La polizia gli stava puntando contro le pistole. «L'ho visto mettere la pietra in tasca e tirare fuori qualcos'altro, forse un coltello», riferisce un altro testimone. La sua avanzata è stata aggressiva. A quel punto è stato esploso il primo colpo, che l'ha fatto finire al suolo.
Il terzo colpo - Stordito ma non neutralizzato, l'individuo si è alzato ed è corso verso gli agenti. A quel punto non è più chiaro cosa avesse in mano. Tuttavia la sua corsa si è fermata di nuovo al secondo colpo di pistola. «Barcollava, come un ubriaco. L'agente ha sparato una terza volta. Per me questo terzo colpo è stato ingiustificato».
Interpellato, il portavoce della Polizia cantonale vodese mantiene la versione data lunedì sera e non commenta le testimonianze. «Tutto procede in tempi estremamente rapidi, bisognerà fare le indagini, proprio per fare chiarezza», spiega. Ricorda, tuttavia, che gli agenti ricevono una formazione di primo soccorso e che quindi dovrebbero essere in grado di intervenire in questi casi.