Un rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura rilancia un problema «notevole» e già «noto da tempo».
LOSANNA - Il sovraffollamento carcerario rimane un problema «notevole» nelle prigioni della Svizzera romanda. Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT), che ha effettuato la sua settima visita periodica in Svizzera dal 22 marzo al 1° aprile, si dice preoccupato per il fatto che le principali raccomandazioni a questo riguardo, già formulate da tempo, non sono ancora state attuate.
Lo scopo delle visite del CPT è quello di esaminare la situazione delle persone private della libertà nelle carceri, negli stabilimenti di polizia, nelle strutture di assistenza psichiatrica e in alcuni luoghi per cittadini stranieri. Quest'anno il CPT ha visitato centri in sette cantoni in tutto il Paese. Il rapporto evidenzia le buone pratiche, ma anche i problemi strutturali che permangono, in particolare nella Svizzera francese.
Sovraffollamento
In generale il CPT «rimane preoccupato per il fatto che le principali raccomandazioni di lunga data riguardanti, tra l'altro, le garanzie offerte alle persone private della libertà dalla polizia e la detenzione di persone in carceri sovraffollate nella Svizzera francese non sono ancora state attuate». Il Comitato esorta le autorità svizzere ad agire con determinazione per migliorare questi punti.
Il sovraffollamento carcerario rimane «un problema importante» in Romandia, nonostante la leggera diminuzione del numero di persone detenute in seguito alla pandemia di Covid-19, osserva il CPT. La delegazione non ha ricevuto alcuna denuncia di maltrattamenti fisici da parte del personale carcerario negli istituti visitati, ma diverse segnalazioni di violenza verbale.
Il Comitato ritiene inoltre «inaccettabile» la pratica, osservata in due delle stazioni di polizia vodesi visitate, di utilizzare i locali della polizia per settimane oltre il termine legale per la detenzione preventiva o per l'esecuzione delle sentenze. La delegazione ha chiesto alle autorità svizzere di prendere provvedimenti immediati per porre fine a questa pratica. Il CPT invita inoltre le autorità a rafforzare le garanzie contro i maltrattamenti e a rimuovere senza indugio le sedie/letti di contenzione in alcuni locali della polizia.
Detenzione minori
Il Comitato è preoccupato dal fatto che nelle strutture destinate alla detenzione dei minori possano essere ospitati anche giovani adulti fino all'età di 25 anni. Questo è contrario agli standard del CPT e al criterio generale di separazione tra adulti e minori, come sancito dal diritto internazionale dei trattati, ricorda il comitato.
Nonostante gli sforzi compiuti dalle autorità svizzere per aumentare la capacità di accoglienza delle persone sottoposte a trattamento terapeutico o a internamento, il CPT deplora che il numero di posti specializzati sia ancora insufficiente rispetto alle necessità. Di conseguenza, le persone con disturbi psichiatrici sono ancora confinate in istituzioni non specializzate e non progettate per questo scopo.
Per quanto riguarda le forze dell'ordine, il CPT ha ricevuto una serie di denunce di uso eccessivo della forza da parte degli agenti di polizia e raccomanda di intensificare le azioni per prevenire la violenza della polizia.
Problemi al centro per richiedenti di Boudry
La collaborazione con le autorità svizzere durante la visita è stata eccellente, con un'unica eccezione. «Durante la visita al Centro federale per richiedenti asilo di Boudry, nel Cantone di Neuchâtel, sotto la direzione della Segreteria di Stato per la Migrazione (SEM), la delegazione ha dovuto affrontare un problema di accesso alla struttura e una mancanza di cooperazione da parte degli agenti di sicurezza della società di sicurezza privata Protectas», si legge nel rapporto.
Il CPT ha chiesto alle autorità di adottare misure immediate per ritirare dal servizio due container utilizzati per l'isolamento dei richiedenti asilo in condizioni materiali inaccettabili ed è stato informato della loro immediata rimozione dopo la visita.
Le consultazioni con le varie parti interessate hanno rivelato che dall'apertura del Centro è stato denunciato un numero elevato di casi di uso eccessivo della forza contro i richiedenti asilo. Il Comitato ha quindi chiesto alle autorità di commentare i presunti incidenti, compresi quelli riguardanti gli agenti di sicurezza.