Lo scopo è ridurre le entrate russe e mantenere stabili i mercati energetici globali.
BERNA - Anche la Svizzera si adegua alle sanzioni europee contro la Russia e il suo petrolio. Il Consiglio federale ha deciso oggi di adottare il tetto al prezzo del greggio - price cap - stabilito da Bruxelles: 60 dollari al barile.
Le sanzioni entreranno in vigore stasera alle 18.
In risposta al protrarsi dell'aggressione militare e alle continue azioni destabilizzanti della Russia in Ucraina, scrive il Governo in una nota, il 3 dicembre scorso l'UE ha adottato nuove disposizioni sul limite massimo di prezzo per il greggio e i prodotti petroliferi russi. L'UE ha esteso al commercio e all'intermediazione i divieti riguardanti il trasporto di questi beni se superano il limite massimo stabilito.
«Il tetto al prezzo è stato specificamente concepito per ridurre ulteriormente le entrate della Russia, mantenendo al contempo stabili i mercati energetici globali grazie a forniture continue», aveva dichiarato il Consiglio Europeo a inizio mese. E il Consiglio federale ha deciso di adottare integralmente tali modifiche.
L'8 dicembre, specifica il Consiglio federale, il Dipartimento federale dell'economia (DEFR) ha modificato l'allegato 28 dell'ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina. In particolare, ha adottato il limite massimo di prezzo per il greggio russo, fissato a 60 dollari al barile.
Il DEFR ha inoltre disposto restrizioni finanziarie e di viaggio per due nuove persone e sottoposto due nuove organizzazioni a restrizioni finanziarie. Si tratta di due persone fisiche e di due organizzazioni iraniane che l'UE aveva sanzionato il 14 novembre per il loro coinvolgimento nello sviluppo e nella fornitura di veicoli aerei senza pilota alla Federazione Russa.