Lo sostiene un rapporto di un gruppo di lavoro federale presentato oggi all'Esecutivo, che ne ha preso atto
BERNA - Attualmente si sta discutendo a livello internazionale se i valori patrimoniali russi bloccati possano (o meno) essere impiegati per la ricostruzione dell’Ucraina.
Per fare chiarezza sull'aspetto giuridico per quanto riguarda la Svizzera, l'Esecutivo ha incaricato l’Amministrazione federale di attivare un gruppo di lavoro ad hoc.
L’analisi di questo team, diretto dall’Ufficio federale di giustizia (Ufg), è giunta alla conclusione che «confiscare valori patrimoniali privati russi violerebbe la Costituzione e l’ordinamento giuridico vigente». Nella seduta del 15 febbraio 2023 il Consiglio federale conferma di aver «preso atto» di quanto affermato dal testo.
«A prescindere dalle discussioni sui valori patrimoniali bloccati, si intende continuare a sostenere l’Ucraina», ha ribadito l'Esecutivo.
La garanzia della proprietà è intoccabile
L'analisi del gruppo di lavoro interno all'Amministrazione, diretto dall'UFG e composto da rappresentanti della Segreteria di Stato dell'economia, della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali e della Direzione del diritto internazionale pubblico, è giunto alla conclusione che, «secondo il diritto svizzero, l'espropriazione senza indennizzo di proprietà privata di provenienza legale non è ammissibile».
«La confisca di valori patrimoniali privati congelati», quindi «viola la Costituzione federale, l'ordinamento giuridico e gli impegni internazionali della Svizzera».