Sconfessata, per la terza volta, la Commissione delle istituzioni politiche.
BERNA - Il Consiglio nazionale non demorde: per la terza volta ha sconfessato la sua Commissione delle istituzioni politiche (CIP-N) e ribadito, con 98 voti contro 93, che il diritto di voto va portato a 16 anni. La CIP-N dovrà ora preparare un progetto di legge al plenum per attuare l'iniziativa parlamentare di Sibel Arslan (Verdi/BS) che chiede appunto di abbassare di due anni tale diritto.
L'idea di concedere il diritto di voto ai cittadini svizzeri già a partire dal sedicesimo anno di età occupa il Parlamento già da diversi anni. Dopo vari tira e molla tra le due Camere un progetto di legge era stato posto in consultazione. I risultati avevano però mostrato che quindici cantoni erano contrari al voto ai 16enni. A livello di partiti UDC, PLR e l'Alleanza del Centro si erano espressi negativamente, ha ricordato in aula Piero Marchesi (UDC/TI) a nome della commissione.
Di fronte a queste risposte, la CIP-N riteneva che la conseguenza logica fosse di abbandonare il progetto. L'idea di abbassare il diritto di voto da 18 anni a 16 anni era giudicata «impraticabile» dalla commissione preparatoria. Gli oppositori non volevano dissociare la maggiore età civica e civile, né il diritto di voto e di eleggibilità.
Commissione sconfessata
Ma oggi in aula, la sinistra e i Verdi liberali (assieme ad alcuni deputati del Centro e del PLR) sono riusciti a convincere la maggioranza del plenum e a sconfessare la propria commissione.
Stando a Nadine Masshardt (PS/BE), i giovani devono poter partecipare alla vita politica, dal momento che le decisioni prese li concernono direttamente. Si tratta di rafforzare la democrazia, le ha fatto eco Irène Kälin (Verdi/AG). Secondo l'ecologista argoviese, ciò renderebbe i corsi di educazione civica alla scuola dell'obbligo più interessanti, poiché la teoria potrebbe essere messa in pratica. «Non c'è nulla da perdere, ma tutto da guadagnare», ha aggiunto.
Stando ai sette cantoni (AR, BS, BE, GL, GR, JU e SO) e ai sindacati favorevoli al progetto di legge, visto che negli ultimi tempi l'impegno dei giovani è aumentato sensibilmente, si dovrebbe consentire ai 16enni di prendere parte il prima possibile alla vita politica. A livello numerico, l'abbassamento dell'età di voto interesserebbe poco meno di 130'000 giovani. La percentuale degli aventi diritto domiciliati in Svizzera aumenterebbe di circa il 2,4%.
Eccezione glaronese
A livello cantonale, per il momento solo Glarona, in seguito a una decisione della Landsgemeinde del 2007, ha concesso il diritto di voto ai 16enni. Vittima dell'esodo dei suoi giovani, l'istituzione per eccellenza della democrazia diretta glaronese aveva scelto di inviare un segnale per incitarli a restare nel cantone.
Oggi in aula i relatori commissionali e taluni deputati borghesi hanno tentato invano di convincere il plenum ad archiviare il progetto che non è appoggiato dai cittadini, a giudicare dai risultati delle votazioni sullo stesso tema nei Cantoni. Nel solo 2022, Berna e Zurigo hanno detto "no" all'abbassamento del diritto di voto a livello cantonale e comunale a partire dai 16 anni.
Dal canto loro, alcuni deputati della sinistra hanno portato l'esempio dell'Austria che da una decina d'anni ammette il diritto di voto a partire dai 16 anni. L'esperienza è considerata positiva, visto che apparentemente i giovani di 16 anni e i 17 anni votano più di frequente rispetto ai nuovi elettori più "anziani".
Il dossier ritorna quindi, per la quarta volta, alla competente commissione del Nazionale.