Nel 2018 l'uomo, un 40enne originario della Nigeria, era morto per arresto cardiaco dopo essere stato fermato per un controllo antidroga.
LOSANNA - Al termine di un processo durato quattro giorni in cui non sono mancati i colpi di scena, i sei poliziotti di Losanna a processo nel cosiddetto caso "Mike" - il nigeriano di 40 anni che nel 2018 morì per arresto cardiaco dopo essere stato fermato con la forza per un controllo antidroga - sono stati assolti oggi dal Tribunale distrettuale di Losanna. Secondo la ricostruzione dei fatti, Mike Ben Peter, che al momento del fermo nascondeva in bocca palline di cocaina, si è battuto contro il suo arresto. Per contenerlo, la polizia lo ha malmenato e ha fatto uso di spray al peperoncino, prima di immobilizzarlo a pancia in giù e ammanettarlo. Era poi morto per arresto cardiaco.
Il caso in questione scatenò un'ondata di proteste nel capoluogo vodese, in cui vennero organizzate alcune manifestazioni per rendere omaggio all'uomo e per denunciare il razzismo e la violenza della polizia (l'ultima delle quali il 3 giugno a cui hanno partecipato oltre 400 persone - per denunciare il razzismo e la violenza della polizia).
Nell'atto d'accusa, il procuratore Laurent Maye accusava i poliziotti coinvolti di omicidio colposo. Ma lunedì il colpo di scena: lo stesso Maye ha ritirato tale capo d'accusa: le perizie hanno dimostrato che il fermo in posizione prona non basta, da solo, a spiegare la morte di Mike. Per Maye manca insomma il "nesso di causalità" necessario per poter concludere a un omicidio colposo.
Una opinione, questa, ripresa in toto anche dai giudici del tribunale losannese: «Il Tribunale non può discostarsi dalle perizie medico legali», ha affermato il presidente della Corte Pierre Bruttin. L'arresto cardi respiratorio sarebbe quindi avvenuto indipendentemente dalla posizione di Mike. Secondo la corte gli agenti non hanno nemmeno violato l'"obbligo di prudenza". Su questo punto i giudici si sono discostati dal Ministero pubblico, secondo il quale la polizia ha tenuto Mike troppo a lungo sulla pancia.
Da parte sua, il legale della famiglia della vittima aveva chiesto una condanna per l'omicidio intenzionale con dolo eventuale. Dal suo punto di vista, sostenuto anche da alcune decine di manifestanti che si sono riunite davanti al tribunale, la polizia ha fatto un «evidente uso sproporzionato della violenza. Non è giusto, voglio ottenere giustizia per mio marito», ha dichiarato la vedova uscendo dall'aula, lasciando intendere un ricorso in appello.