Confermati sette anni di carcere. Lunga la lista dei reati
LOSANNA - La condanna di un cittadino ivoriano che ha terrorizzato per anni la sua compagna è definitiva. Il Tribunale federale (TF) ha confermato la pena di 7 anni di carcere inflitta dal tribunale di Ginevra in particolare per violenza sessuale, coazione sessuale, sequestro, minacce, lesioni semplici, infrazioni stradali e alla legge sugli stupefacenti.
Nato nel 1971, l'uomo era già stato condannato nel 2014 e nel 2016 per violenze commesse nei confronti della sua compagna, una coetanea svizzera. Nel 2022, la Corte di giustizia del cantone di Ginevra ha pronunciato una pena di 7 anni di prigione accompagnata da una espulsione per 8 anni. In prima istanza l'uomo era stato condannato a 3 anni e 9 mesi.
I fatti sono avvenuti tra il 2013 e il 2017, quando la coppia viveva a Ginevra. Il condannato ha posto la sua compagna sotto il suo controllo, instaurando poco a poco un clima di terrore. La donna, picchiata e minacciata, in particolare con coltelli, era stata costretta a subire varie pratiche sessuali degradanti. Il compagno le impediva di uscire e la costringeva ad ascoltare interminabili sermoni religiosi senza interruzione.
Grave disturbo mentale
La perizia psichiatrica aveva rivelato che l'uomo presentava un grave disturbo mentale che comportava una tensione psichica e angoscia psicotica. Era inoltre dipendente dalla cannabis e abusava di alcol e cocaina.
In una sentenza pubblicata oggi, il TF ritiene che la giustizia ginevrina poteva - senza violare il principio secondo cui in dubio pro reo - considerare credibili le dichiarazioni della vittima. Le poche imprecisioni potevano essere attribuite al trauma psicologico subito.
Al contrario, le affermazioni del condannato, che ha iniziato negando, prima di ammettere gradualmente alcuni fatti, sono state giustamente respinte. L'uomo ha negato le minacce fatte con i suoi coltelli e ha spiegato che li teneva sul comodino "per proteggersi dagli spiriti".
Per la Corte di diritto penale del TF, il fatto che la coppia fosse dedita al traffico di droga non è pertinente. Il ruolo attivo e indipendente svolto dalla vittima in questo contesto non sminuisce il clima di terrore e le violenze domestiche esercitate dal condannato.