«A posteriori, si può fare una critica spietata di ciò che è successo», ha commentato il responsabile del carcere ginevrino.
GINEVRA - Dieci anni dopo l'assassinio della socioterapeuta ginevrina Adeline, il direttore medico di Curabilis ammette che la Svizzera romanda «aveva anni di ritardo» nella presa a carico di persone pericolose che soffrono di disturbi psichici.
«A posteriori, si può fare una critica spietata di ciò che è successo», ha commentato alla "Tribune de Genève" Panteleimon Giannakopoulos, che è responsabile del carcere ginevrino nel quale sono collocati i detenuti afflitti da turbe mentali. Mentre nella Svizzera tedesca, un supporto più completo era già proposto, «la Svizzera romanda e latina aveva anni di ritardo, sia nelle strutture che nel contenuto delle cure», ha aggiunto.
All'epoca, «non ci si interessava abbastanza al fragile equilibrio tra la patologia psichiatrica, la necessità del reinserimento sociale dei detenuti e la garanzia della pubblica sicurezza», ha spiegato il direttore di Curabilis. Quest'ultimo ha pure criticato una mancanza di coordinamento.