Sei su otto imputati sono stati ritenuti colpevoli per l'omicidio di un 20enne kosovaro durante una rissa, avvenuta nel 2021.
LUCERNA - Sei imputati su otto, accusati di aver ucciso nel settembre del 2021 un 20enne kosovaro durante una rissa presso una stazione di servizio a Geuensee, nella periferia di Sursee (LU), sono stati ritenuti oggi colpevoli dal Tribunale penale di Lucerna. Il principale incriminato è stato condannato a 14 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio con dolo eventuale. Due persone invece sono state assolte.
Per l'imputato principale, riconosciuto altresì colpevole di tentato omicidio con dolo eventuale, i giudici lucernesi hanno anche ordinato l'espulsione dalla Svizzera per 15 anni, come richiesto dal Ministero pubblico, il quale aveva domandato una carcerazione di 14 anni e 6 mesi.
L'uomo, nel corso della rissa che aveva coinvolto una dozzina di persone appartenenti a due gruppi famigliari distinti, aveva pugnalato la vittima al cuore e alla schiena con un'arma da taglio e colpito diversi altri coinvolti ferendoli gravemente. Ha inoltre accoltellato un'altra persona alla nuca, cosa che avrebbe potuto costarle la vita.
La difesa e gli altri imputati
L'avvocato dell'uomo ha invece invocato la legittima difesa e l'assoluzione, chiedendo inoltre un risarcimento danni di 159'000 franchi insistendo sul fatto che il suo cliente e la sua famiglia erano stati sopraffatti da un gruppo di persone e si stavano semplicemente difendendo, ma secondo i giudici lucernesi, l'imputato ha agito a sangue freddo. Inizialmente era in posizione difensiva, ma poi è passato all'attacco e all'aggressione.
Per il fratello minore anche lui presente sulla scena del crimine, la procura aveva chiesto cinque anni di reclusione e l'espulsione dalla Svizzera per dieci anni, poiché aveva colpito uno dei coinvolti alla testa con un pezzo di legno, procurandogli una frattura del cranio che avrebbe potuto causarne la morte. Il tribunale lo ha giudicato colpevole di tentata lesione personale grave, condannandolo a due anni e dieci mesi di carcere e ordinandone la sua espulsione dal Paese per dieci anni.
Il nipote dei due fratelli ha invece incassato una pena detentiva di 16 mesi con sospensione condizionale. Il cognato dell'imputato principale se l'è cavata con una pena pecuniaria mentre la moglie e il figlio, anche loro presenti al momento dei fatti, sono stati assolti.
Sul fronte opposto, tra i partecipanti dell'altro gruppo coinvolto nella rissa, uno è stato condannato a 21 mesi di reclusione, otto dei quali sospesi, mentre un secondo (il fratello minore), a dieci mesi con sospensione della pena.
La causa dell'alterco fu un rapporto d'affari fallito. Il cognato dell'imputato principale intendeva rilevare un bar a Triengen (LU) con una delle persone coinvolte nella rissa, investendo di tasca sua 24'000 franchi, ma, a causa di divergenze di opinione, ha poi deciso di ritirarsi dall'attività. Di questa somma, gli sono però stati restituiti solo 18'000 franchi. La resa dei conti degenerò poi alla stazione di servizio di Geuensee.