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VALLESEPrevenire il duplice delitto di Sion? Sarebbe stato molto complicato

21.12.23 - 10:55
Secondo il comandante della polizia cantonale vallesana servono un rafforzamento del quadro giuridico e maggiori risorse
20 MINUTES
Prevenire il duplice delitto di Sion? Sarebbe stato molto complicato
Secondo il comandante della polizia cantonale vallesana servono un rafforzamento del quadro giuridico e maggiori risorse

SION - Difficilmente si sarebbe potuto fare qualcosa per prevenire il duplice omicidio commesso lo scorso 11 dicembre a Sion. Quel giorno, lo ricordiamo, un 36enne ha aperto il fuoco uccidendo due persone e ferendone una terza, prima di fuggire ed essere arrestato dalla polizia vallesana.

È proprio il comandante della polizia cantonale, Christian Varone, a spiegare in un'intervista a Le Nouvelliste che, con le informazioni in possesso sul conto dell'uomo, sarebbe stato oggettivamente complicato prevenire il reato. L'intervento della polizia dopo i fatti è stato molto rapido ma, aggiunge Varone, «ci si chiede sempre cosa si sarebbe potuto fare meglio». Una risposta l'avrebbe trovata: a suo dire bisognerebbe rafforzare il quadro giuridico per consentire ulteriori indagini. Di conseguenza, bisognerebbe investire in maggiori risorse umane.

Il 36enne non era affatto sconosciuto alla giustizia, come è rapidamente emerso. Avrebbe minacciato di morte gli utenti di forum dedicati alle auto per anni. 20 Minutes cita poi un ex collega che, una volta appreso quanto accaduto, è rimasto scioccato ma non sorpreso. «Conosco anche molte donne che ha molestato per messaggio o addirittura per posta».

Secondo Varone il problema è semplice: poiché le persone che da tempo avrebbero subito le molestie del 36enne armato non avevano sporto denuncia, non esistevano le basi legali per procedere all'arresto. Il comandante vallesano ha sottolineato come le semplici segnalazioni non siano sufficienti e come la polizia cantonale abbia bisogno di informazioni concrete, sotto forma di denunce penali, per poter agire.

Ci si è poi chiesto come abbia fatto il 36enne a procurarsi l'arma usata per il duplice delitto. Varone spiega: nel 2016, quando è stata inoltrata la richiesta, non c'era nulla nella fedina penale dell'uomo. Pertanto le autorità non hanno avuto nulla da obiettare.

Varone conclude ricordando che il 36enne non figurava sulla lista delle persone pericolose, stilata dalla polizia cantonale vallesana. «Prima dell'11 dicembre era una persona la cui unica condanna legale era per insubordinazione nell'esercito». L'elenco in questione contiene 80 nomi, potenziali «bombe a orologeria», secondo il comandante.

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