L'uomo e suoi tre ex collaboratori sono accusati di varie omissioni nella vicenda di Hefenhofen.
FRAUENFELD - Si è aperto oggi davanti al Tribunale distrettuale di Frauenfeld il processo all'ex capo dell'Ufficio di veterinaria del canton Turgovia e a tre suoi ex collaboratori accusati di varie omissioni in relazione alla vicenda della cosiddetta "fattoria degli orrori" di Hefenhofen, sgomberata nel 2017.
Le accuse vanno dall'abuso di autorità, al favoreggiamento, al maltrattamento di animali, fino all'amministrazione infedele e alla tentata coazione.La sentenza è prevista il 19 marzo e per il dibattimento sono stati messi in agenda dieci giorni. Le richieste di pena non sono ancora note.
Il caso legato a quella che la stampa aveva soprannominato la "fattoria degli orrori" era scoppiato il 3 agosto 2017, dopo che il Blick aveva pubblicato le foto di animali lasciati morire di fame o maltrattati, scattate da una ex dipendente dell'allevatore.
Quattro giorni più tardi, diversi attivisti per la protezione degli animali avevano assistito a debita distanza allo sgombero forzato della fattoria. Erano stati prelevati circa 250 animali tra cavalli, maiali, bovini, pecore, capre e lama. Novanta cavalli erano poi stati venduti all'asta.
Lo scorso mese di marzo, al processo di prima istanza, il proprietario dell'allevamento è stato assolto da molti dei capi d'imputazione di cui era incriminato e condannato a otto mesi di detenzione con la condizionale.
Il Ministero pubblico, che ha presentato ricorso in appello, chiedeva una condanna a 6 anni e 4 mesi. La difesa si era battuta per un'assoluzione completa. Il Tribunale distrettuale di Arbon aveva accertato diverse negligenze da parte dell'allevatore, ma aveva dato in gran parte ragione alla difesa per quel che riguarda i vizi di forma, criticando l'operato sia del Ministero pubblico che dell'Ufficio cantonale di veterinaria.
Per la corte, molte delle prove presentate dall'accusa non erano utilizzabili e all'accusato sono stati negati diversi diritti procedurali. Dalle indagini era emerso che nel corso degli anni l'allevatore si era opposto a tutte le decisioni delle autorità.
Un fascicolo è quindi stato aperto anche contro l'ex veterinario cantonale, che nel frattempo è andato in pensione. Il suo ufficio avrebbe effettuato vari controlli solo dopo aver preventivamente informato l'allevatore. Sarebbe in pratica intervenuto troppo tardi, rendendosi complice dei maltrattamenti e avrebbe omesso di far rispettare un divieto parziale di tenere animali emanato già nel 2013 nei confronti dell'allevatore di Hefenhofen, come pure un divieto totale che risale al 2018.