Una protesta silenziosa, che fa eco a quella francese, serpeggia fra Giura e Giura Bernese: «Non si può sopportare all'infinito».
DÉLEMONT - Contadini in rivolta in Francia e in tutta Europa, presto succederà anche in Svizzera?
Non è ancora chiaro, ma le prime avvisaglie di malcontento sono già visibili nel Giura e nel Giura Bernese.
Qui, riporta il portale Ajour, i contadini locali avrebbero seguito l'esempio dei colleghi transalpini, divellendo e riposizionando al contrario i cartelli stradali di diverse località, piccole e grandi.
Tra le zone colpite figurano Délemont, Moutier, Loveresse, Saules, Pontenet, Malleray/Valbirse, Sorvilier, Court, Eschert, Grandval e Crémines, come dimostra un sopralluogo di 20 Minuten.
«Fanno bene a protestare», commenta una ex-contadina in pensione, «non si può sopportare all'infinito, la vita degli agricoltori è sempre più difficile».
«La preoccupazione è palpabile», ribadisce Martin Rufer dell'Unione svizzera dei contadini che proprio martedì ha lanciato la petizione “Le esigenze dell'agricoltura”, che ha già raccolto più di 30'000 firme.
Rufer resta però ottimista: «Non mi aspetto un pugno duro come in Francia, in Svizzera speriamo che le proteste restino in qualche modo amichevoli e sempre nei limiti permessi dalla legge. Le azioni servono, permettono di mostrare come ci sentiamo, ma non bisogna superare i limiti».
Ma com'è la situazione dei contadini in Svizzera oggi? «Non ci nascondiamo dietro un dito, i problemi ci sono. Anche da noi c'è molta burocrazia e molti costi ma siamo ben rappresentati in parlamento. I cambiamenti arriveranno, bisogna avere pazienza».
Ma c'è chi, invece, è già sul piede di guerra come Dominique D.*, che ha piazzato un cartello davanti all'entrata di Orvin (BE) con la scritta: «L'agricoltura è la nostra passione, ma fino a quando? Révolte Agricole Suisse».
A suo parere anche l'agricoltura svizzera riceve troppo poco riconoscimento e sostegno economico: «Anche in Svizzera i margini dei grossisti sono davvero grandi, e di conseguenza i produttori e i consumatori dei supermercati ne soffrono», spiega.
Inoltre, la professione del contadino è ormai ritenuta da molti ben poco sicura dal punto di vista economico: «Molte famiglie scoraggiano i propri figli a lavorare in agricoltura, ma avremo comunque bisogno di persone per produrre il nostro cibo».
*nome noto alla redazione