Il partito cristiano appoggia compatto l'iniziativa democentrista, alle urne a settembre
SOLETTA - L'Unione democratica federale (UDF) si schiera compatta a favore dell'iniziativa popolare per un'immigrazione moderata: l'assemblea dei delegati riunita a Olten (SO) ha oggi raccomandato con 62 voti senza opposizione la proposta UDC di tornare a disciplinare autonomamente l'arrivo di stranieri in Svizzera.
Il partito ha deciso anche di sostenere il decreto federale concernente l'acquisto di nuovi aerei da combattimento e la nuova legge sulla caccia. Si oppone per contro sia al controprogetto indiretto all'iniziativa per un congedo di paternità (con 53 no, 10 sì e 4 astensioni), sia alla modifica della Legge federale sull'imposta federale diretta, che disciplina il trattamento fiscale delle spese per la cura dei figli da parte di terzi (62 no, zero sì, 2 astensioni).
Nel suo discorso il neoeletto presidente Daniel Frischknecht ha sottolineato l'importanza dei principi fondamentali dell'UDF, alla luce delle sfide che offre la quotidianità. Si è espresso in particolare a favore dei valori cristiani, in contro tendenza - ha aggiunto - rispetto ad altre formazioni politiche che tendono a distanziarsene.
L'UDF ha riaffermato anche il suo impegno per l'istituzione del matrimonio e il suo no, quindi, al matrimonio per tutti: il partito si prepara a un referendum. Viene pure sostenuto decisamente il referendum contro la cosiddetta rendita ponte: dall'UDF chiamata "rendita di licenziamento", perché incoraggerebbe le aziende a disfarsi dei lavoratori anziani, invece di tenerli integrati nel mondo dell'impiego. Inoltre la proposta trasformerebbe in poveri idioti coloro che hanno risparmiato una vita: la rendita ponte verrebbe infatti corrisposta solo a persone con un patrimonio inferiore a 50'000 franchi (coppie sposate: 100'000). Agli occhi dell'UDF questo va completamente contro alla responsabilità individuale nella previdenza per la vecchiaia.
Fondata nel 1975, l'UDF si ispira nel suo operato agli insegnamenti del Vangelo. Dal 2011 al 2019 non aveva più rappresentanti in Consiglio nazionale, ma nelle ultime elezioni è tornata a conquistare un seggio, nel canton Berna. È inoltre impegnata nei cantoni - Ticino compreso - e nei comuni.