Un documento della Commissione europea rivela «la mancanza di volontà» del Governo a concludere un accordo con l'Ue.
Bruxelles fa notare il ritardo elvetico su tre temi in sospeso: «È un mese che aspettiamo una risposta alle proposte sulle misure di accompagnamento, gli aiuti di Stato e la direttiva sulla cittadinanza europea».
BERNA - Mancanza di volontà, o impossibilità, da parte del Consiglio federale di concludere l'accordo istituzionale con l'Ue. È la constatazione, critica, della Commissione europea presente su una nota interna destinata ai 27 Paesi membri, di cui Keystone-ATS ha avuto copia dopo che il contenuto è stato anticipato ieri dalla televisione RTS.
Stando al documento, la Svizzera si è allontanata sempre di più dal compromesso raggiunto. Durante i cinque incontri tra la segretaria di stato Livia Leu, capo negoziatrice elvetica, e la controparte europea, la Commissione sostiene di non aver compreso chiaramente ciò che vuole la Confederazione. La Svizzera avrebbe respinto un piano di discussioni e non vi sarebbero stati progressi.
Redatta in inglese, la missiva fa notare che la Commissione aspetta da un mese una risposta alle sue proposte su tre temi in sospeso: le misure di accompagnamento, gli aiuti di Stato e la direttiva sulla cittadinanza europea (temi sui quali il Consiglio federale ha chiesto delucidazioni alla controparte, n.d.r)
La Svizzera, critica la Commissione, non si è mai data la pena di avanzare proposte, ma attende da parte dell'Ue soluzioni ai quesiti in sospeso. Insomma, finora la situazione è di stallo e non si conoscono le intenzioni elvetiche.
Stando al documento, l'impressione della Commissione è che nessuno in seno al Consiglio federale sia veramente interessato all'accordo istituzionale. Nel corso delle riunioni, Livia Leu avrebbe insistito sul fatto che, in caso di fallimento, bisognava concentrarsi sulle intese esistenti.
Il 23 aprile è la data - Il presidente della Confederazione, Guy Parmelin, si recherà da solo a Bruxelles per un incontro con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen previsto per il 23 di aprile.
Oggetto dei colloqui saranno gli aspetti ancora aperti riguardanti l'accordo quadro, ossia gli aiuti di Stato, le misure fiancheggiatrici e la cittadinanza europea.
Il portavoce del governo André Simonazzi ha confermato via Twitter l'incontro del 23 aprile, una data che circola da giorni sui media svizzeri. Mercoledì scorso, al termine della tradizionale seduta dell'esecutivo, Simonazzi aveva dichiarato che la data era stata "solo" riservata per l'incontro politico ai massimi livelli (dal quale ci si attendono progressi sull'accordo che molti danno per morto e sepolto, n.d.r).
Da parte dell'Ue c'è scetticismo sul raggiungimento di un'intesa su due dei tre punti controversi. Solo a livello di aiuti di stato sembra esserci la possibilità di una soluzione. Quanto alla cittadinanza europea, che darebbe accesso ai lavoratori Ue al sistema sociale elvetico, e alla protezione dei salari, Bruxelles non vede margine di manovra per trattare. La Svizzera vorrebbe dal canto suo separare questi tre temi dall'accordo istituzionale, mentre l'Ue è pronta unicamente a dei chiarimenti.