Il Presidente della Confederazione inconterà Ursula von der Leyen per tentare di sbloccare i negoziati.
Tre i punti chiave che rimangono ancora senza soluzione: la protezione dei salari, gli aiuti di Stato e la direttiva sulla cittadinanza europea che amplia l'accesso alle prestazioni sociali.
BERNA - Il presidente della Confederazione Guy Parmelin incontrerà stamattina alle 10 in quel di Bruxelles la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Tema del colloquio la spinosa questione dell'accordo istituzionale, che vede impegnate Svizzera e Ue in difficili negoziati da anni.
Dopo che il popolo, lo scorso settembre, ha bocciato in votazione l'iniziativa "Per un'immigrazione moderata", c'è pressione sul Consiglio federale per risolvere rapidamente il dossier legato all'accordo quadro. Nella sua versione attuale infatti, il testo è incapace di riunire una maggioranza.
Tre i punti controversi che rimangono ancora sul tavolo. Si tratta della protezione dei salari, degli aiuti di Stato e della direttiva sulla cittadinanza europea che amplia l'accesso alle prestazioni sociali.
Dopo un nuovo giro di trattative a livello tecnico, la palla è tornata nel campo dei politici. Berna ha annunciato settimana scorsa la trasferta di Parmelin in Belgio, ma nessuna informazione ulteriore è stata divulgata in merito al suo mandato.
Alla stampa domenicale, il vodese si è limitato ad assicurare di non voler fare «il Boris Johnson», riferendosi a come il premier britannico ha gestito la Brexit. Parmelin ha precisato che la situazione della Svizzera non è peraltro paragonabile a quella del Regno Unito, in quanto la Confederazione «non vuole uscire da un accordo, bensì trovare una soluzione per svilupparlo».
L'accoglienza del consigliere federale a Bruxelles rischia però di essere quantomeno tiepida. In una nota interna, di cui i media sono entrati in possesso di recente, non sono mancate le critiche della Commissione europea nei confronti della posizione del governo.
Stando al documento, la Svizzera si sta allontanando sempre più dal compromesso trovato e non ha espresso chiaramente la propria volontà. A quanto sembra non vi sarebbero dunque stati progressi di alcun genere, con la Commissione che appare inoltre particolarmente stizzita per non aver ricevuto risposta alle sue proposte riguardo i tre punti in sospeso sopraccitati. Per questo motivo Bruxelles pretende che sia la Confederazione a fare il prossimo passo.