Secondo Lorenzo Quadri il rifiuto è sempre più comune e voluto per evitare un rimpatrio.
Da qui la richiesta al COnsiglio Federale di intervenire coercitivamente.
BERNA - La Segreteria di Stato della Migrazione (SEM) ha di recente confermato alla stampa che al momento «una decina di richiedenti l'asilo» in Svizzera, la cui domanda è stata respinta, rifiutano di sottoporsi al test PCR. Per questo non possono essere rimpatriati, poiché sempre più Stati ammettono solo viaggiatori muniti di un test negativo.
Secondo il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, il rifiuto di sottoporsi al test PCR è «un comodo escamotage che, una volta scoperto, verrà utilizzato da sempre più asilanti respinti per sottrarsi al rimpatrio».
La SEM rileva che al momento «non esiste una base legale per svolgere dei test obbligatori».
A questa situazione, che Quadri definisce «grottesca», il consigliere nazionale chiede di «porre rimedio» invitando il Consiglio Federale ad attivarsi «per creare subito la base legale necessaria affinché il richiedente l’asilo con domanda respinta non possa più sottrarsi al rimpatrio rifiutando di sottoporsi a un test sanitario». «Il test sanitario necessario al rimpatrio - sottolinea - deve poter essere effettuato anche contro la volontà dell’asilante respinto».