Inizia questo pomeriggio la sessione autunnale delle Camere federali.
Per senatori e deputati (per ora) non vige l'obbligo di presentare il certificato Covid-19, ma le cose potrebbero anche cambiare.
BERNA - Incomincia oggi pomeriggio la sessione autunnale delle Camere federali, che si protrarrà fino a venerdì 1° ottobre. Covid "oblige", quale misura precauzionale i deputati dovranno ancora portare la mascherina quando non seduti al loro posto.
Per loro, diversamente dai "comuni mortali", nessun obbligo del certificato Covid, anche se le cose potrebbero cambiare: c'è infatti chi lo ha chiesto a gran voce, nel nome dell'uguaglianza di trattamento e del buon esempio che ci si attende dagli eletti: affaire à suivre.
Il programma della sessione si presenta carico di dossier scottanti, come il miliardo di coesione, la revisione dell'AVS, l'abolizione del valore locativo o la nomina del nuovo procuratore generale della Confederazione.
Guerre civili, basta vendita armi - Tra i temi potenzialmente divisivi, il Consiglio nazionale (14.30-19.00) dovrà esaminare oggi - tra l'altro unico argomento in programma - l'iniziativa popolare che vieta l'export di armi verso Paesi coinvolti in una guerra civile ("iniziativa correttiva"). La proposta di modifica costituzionale dovrebbe venir respinta a favore di un controprogetto indiretto, ossia a livello di legge, come chiede la commissione preparatoria.
Con l'iniziativa i criteri di autorizzazione per l'esportazione di materiale bellico, attualmente regolati a livello di ordinanza, verrebbero iscritti nella Costituzione. Essa mira a garantire il controllo e la partecipazione alla discussione democratici e in generale a impedire l'esportazione di materiale bellico in Paesi teatro di violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani o di guerre civili.
Stop armi, ma con deroghe - La maggioranza della commissione, pur condividendo le preoccupazioni degli autori dell'iniziativa, crede tuttavia che le loro richieste possano essere disciplinate a livello di legge e non necessitano di una modifica della Costituzione. Il controprogetto del governo, approvato dalla commissione con 15 voti a 7 e 2 astensioni, prevede appunto un disciplinamento a livello di legge. Elimina le deroghe di esportazione per gli Stati che violano gravemente e sistematicamente i diritti umani. Le vendite a Paesi in guerra civile continuerebbero a essere vietate.
La controproposta - ed è stato attorno a questo punto che si è sviluppata la discussione in seno alla commissione, ma anche in aula al Consiglio degli Stati che ha già accolto la revisione della legge sul materiale bellico - prevede una deroga per il Governo da questi criteri di autorizzazione in circostanze eccezionali, per salvaguardare gli interessi di politica estera o di sicurezza nazionale.
Energie rinnovabili - Se le discussioni alla Camera del popolo promette di essere spumeggiante, se non altro per la storica contrapposizione tra destra e sinistra in merito all'esercito e alla vendita di armi, al Consiglio degli Stati (16.15-20.00) i dibattiti dovrebbero scivolare lentamente verso il loro epilogo senza particolari sussulti.
I "senatori" dovranno decidere se approvare - come già fatto dal nazionale - una soluzione transitoria, fino al 2030, che permetta di garantire la promozione delle energie rinnovabili oltre la data di scadenza fissata per fine 2022, senza aspettare la revisione della legge sull'energia.
La modifica legislativa in materia prevede contributi d'investimento per tutti i tipi d'impianti, nonché quelli a biomassa, mentre le grandi centrali idroelettriche riceveranno un sostegno supplementare.
Con questa modifica della Legge federale sull'energia (LEne) si vuole proseguire nella promozione delle energie rinnovabili, che finora sono state sostenute principalmente mediante la cosiddetta rimunerazione per l'immissione di elettricità (RIC).
Attualmente, gli impianti eolici, fotovoltaici, geotermici, a biogas e le piccole centrali idroelettriche sono sostenuti fino a dicembre 2022. Tuttavia, la revisione della legge sull'energia è ancora in fase di elaborazione. Per evitare che vengano a mancare gli strumenti di promozione, il progetto - che concretizza un'iniziativa parlamentare di Bastien Girod (Verdi/ZH) - vuole colmare le lacune che rischiano di crearsi fra le scadenze.
Più sicurezza sulle strade - La camera dei cantoni dovrebbe anche accogliere l'iniziativa del Canton Ticino "Strade più sicure subito" - già approvata dal Consiglio nazionale - con cui s'intende migliorare la sicurezza sulle strade di transito nella regione alpina.
La maggioranza della commissione preparatoria è dell'opinione che la modifica proposta della legge federale sulla circolazione stradale riduca il potenziale di pericolo costituito dal traffico pesante nelle Alpi, migliorando così ulteriormente il già elevato standard di sicurezza della rete svizzera.
Una minoranza suggerirà invece la non entrata nel merito, dato che tali standard continuano ad aumentare e una regolamentazione per legge non è quindi necessaria. Un'altra, cospicua, minoranza propone dal canto suo di precisare che la deroga vincolante per la Svizzera meridionale e il Vallese deve essere di almeno cinque anni.
L'iniziativa ticinese chiede che camion e pullman possano attraversare le Alpi (sia gallerie sia passi) solo se muniti di moderni sistemi di assistenza alla guida, così da ridurre gli incidenti. I mezzi pesanti dovranno ad esempio disporre di rilevatori di stanchezza, meccanismi di adattamento intelligente della velocità e di monitoraggio della pressione degli pneumatici e luci di arresto di emergenza.
Nel corso dell'ultima sessione estiva la revisione di legge che trae origine dall'iniziativa è stata approvata dal Consiglio nazionale per 112 voti a 77. Le nuove norme si applicherebbero a tutti i quattro assi di transito transalpino: San Gottardo, San Bernardino, Sempione e Gran San Bernardo.