La decisione è stata presa in Parlamento poche settimane fa. I referendari: «è necessario che la popolazione si esprima»
BERNA - Donazione di organi con presunto consenso. È stato lanciato un referendum contro la legge approvata in Parlamento qualche settimana fa, secondo cui, a meno che non sia stato detto in vita di non voler donare i propri organi, gli stessi verranno prelevati post mortem.
La popolazione svizzera potrebbe doversi esprimere in futuro sul tema della donazione degli organi. È stato infatti indetto un referendum che contrasta quanto deciso in Parlamento il primo ottobre. Ora infatti, come scritto nella Costituzione federale nell'articolo 119, «la donazione a scopo di trapianto di organi, tessuti e cellule di una persona deceduta si basa sul principio del suo presunto consenso, a meno che la persona non abbia espresso in vita la propria volontà contraria».
Secondo un dottore zurighese, un'ostetrica di Berna e una consigliera nazionale del Partito evangelico, come riferisce la Rts, non è realistico che le persone siano in grado di prendere una decisione chiara durante la propria vita. La levatrice Susanne Klaus, che è all'origine del referendum lanciato lo scorso giovedì, ha spiegato che «si diventerà automaticamente donatori di organi, a meno che non si dica da vivi di non essere d'accordo. Pensiamo che sia fondamentale per questo argomento, siccome riguarda i diritti dei pazienti e delle pazienti, una discussione approfondita in seno alla popolazione».
Anche se l'articolo è cambiato, vale sempre chiedere alla famiglia del defunto l'autorizzazione, nel caso in cui ci siano dubbi sul consenso del paziente. Per i referendari si tratta di una pressione indiretta nei confronti dei familiari.
Gli oppositori devono raccogliere le 50'000 firme necessarie entro il 20 gennaio 2022.